Dopo aver lasciato il segno con il precedente "The Conquest of Time", ritornano i
Century, con il nuovo "
Sign of the Storm" dove ritroviamo il duo
Staffan Tengnér e
Leo Ekström Sollenmo (entrambi dagli Speed & Thrash Tøronto) che han mantenuto il totale controllo del gruppo, senza ricorrere all'aiuto di altri musicisti, nemmeno a livello di ospiti.
Come già per l'esordio i due musicisti di Stoccolma puntano su resa sonora ruspante e vintage, curata nuovamente da
Staffan Tengnér (che ha realizzato anche l'artwork del disco), mai troppo nitida o bombastica ma dai toni e modi ottantiani, scelta che non snatura la proposta dei
Century, che non si smentiscono nemmeno a livello compositivo ed esecutivo, dando vita ad una decina di canzoni dove si confermano poco propensi a chissà quali concessioni melodiche o a lunghe scorribande strumentali.
Fedeltà o immobilismo? Dipende dai punti di vista, personalmente ho apprezzato la coerenza dei due musicisti, tuttavia, pur registrando evidenti progressi rispetto al già citato "The Conquest of Time" mi aspettavo qualcosina di più, soprattutto nel songwriting e a favore di una maggior varietà.
Detto questo, una esuberante opener quale "
Sacrifice" è subito emblematica della loro attitudine, al pari della seguente "
Children of the Past", che viene a sottolineare un approccio quasi ingenuo che mi ha fatto venire in mente quello tenuto dai connazionali Gotham City e Overdrive più di quaranta anni fa, ma non si può non finire con il pensare soprattutto agli Heavy Load, data anche la somiglianza nel modo di cantare di
Tengnér con quello di Ragne Wahlquist (
ancora un sentito saluto da tutti noi!)".
Necromancer" e "
Fallen Hero" mettono il turbo e scattano con il fervore del British Speed, mentre nel mezzo la scandita "
The Chains of Hell" e in seguito "
Sign of the Storm" rafforzano il legame dei
Century con la N.W.O.B.H.M. più fumosa e underground, tra gruppi come Chateaux e Blade Runner.
"
Fly Away" parte al rallentatore sulle corde di
Tengnér ma sono poi le bacchette di
Sollenmo (già apprezzato in occasione di "Legion of the Night" dei Lethal Steel) a dettare i tempi di un brano in grado di riportarci alle atmosfere di dischi come "Full Speed at High Level", "Metal Attacks" o "Visions of the Past". Ed è ancora il batterista svedese a tratteggiare la marcia delle adrenaliniche "
No Time for Tomorrow" e "
Possessed by the Night", mentre la conclusiva "
Sorceress" si rivela uno strumentale che, dopo un avvio che sembra un tributo alla maideniana "Transylvania", lascia intravedere parecchio dei primi Running Wild, quando questi cantavano di "Soldiers of Hell" o "Chains and Leather" e non si erano ancora imbarcati per andare all'arrembaggio sotto le insegne del Jolly Roger.
La Svezia si conferma terra sempre pronta a portare sulla scena nuovi gruppi e fucina di uscite in grado, prima di catturare la nostra attenzione e poi di stupirci.
E in prima fila, a rappresentare l'Heavy Metal più classico, troviamo ancora i
Century.
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