Avevo appena fatto in tempo ad asserire, sia nella poll di fine 2024 sia nei vari interventi in diretta Youtube o in radio, che la scena metal per quanto mi riguardava versava in un ottimo stato di salute generale tranne per quanto concerneva il versante death metal che in rapida successione mi sono arrivati o sono usciti tutti lavori validissimi, sia in Italia sia nel resto del mondo, lavori che peraltro riportano questa splendida musica estrema nei binari, senza bizzarrie varie o stravolgimenti eccessivi che portano questa proposta a divenire...altro.
E così dopo
Kaivs,
Dark Reflection, il ritorno degli statunitensi
Chaos Inception ed il clamoroso debut degli svedesi
Impurity, torniamo nuovamente in Italia a celebrare lo splendido EP dei
Mass Strangulation, nati in realtà nel lontano 2007 dalle ceneri dei
Chronic Alcoholism ma poi scioltisi a causa di varie vicissitudini e tornati in attività solo recentemente.
In realtà ben tre di loro (quattro, se consideriamo un ex) fanno anche parte dei blacksters
Sakahiter, già protagonisti quest'anno con "
Samnite Black Metal" uscito a febbraio per
Time to Kill Records, ma l'amore per il death metal old style è palese da parte del combo molisano che debutta ufficialmente con il tre pezzi "
The Red Tip Massacre", pubblicato dalla polacca
Sign Of Evil Productions.
Tre brani sono pochi ma sufficienti.
Il death metal proposto dai nostri ci fa fare un salto indietro di 30 anni almeno ed anche un gran bel sorrisone: tutte le sperimentazioni sono messe da parte, chitarre a motosega, vocione in pieno swedish style, attenzione massima ai riff, bilanciamento delle parti più veloci con quelle rallentate e più di un occhio aperto alla malevole ma necessaria melodia.
Tutte armi vincenti che sublimano immediatamente nell'opener "
Psychotic Murder", tra echi di
Carnage e
Death di "
Scream Bloody Gore" ("
Caliber 38" in particolare mi ha ricordato qualcosa di "
Evil Dead" e "
Beyond the Unholy Grave" il che è solo un bene, con buona pace di chi pensa solo ai Death di "
Spirit Crusher") e lo stesso vale per la conclusiva titletrack, peraltro ispirata al massacro del Circeo così come i primi due brani ad altre belle storie come il mostro di Firenze e Donato Bilancia, tematiche che sinceramente non mi ispirano ma visto che ci siamo, perchè non usare roba nostrana?
Il mix e master ad opera di
Stefano Morabito nei
16th Cellar Studio completa l'opera e ci consegna un gran bel debutto ed una rinnovata fiducia nella scena death metal a 360°, scena che dopo tanto (troppo) sperimentare è tornata a ricordarsi cosa sia il death metal. Quello vero.
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