Cambio di formazione e casacca se usiamo la metafora calcistica per la compagine estrema guidata da
Dani Filth.
Per questo quattordicesimo lavoro gli inglesi accolgono in formazione la nuova tastierista e cantante
Zoe Marie Federoff e
Donnie Burbage al basso; album di debutto sotto l’austriaca Napalm Records.
Questo ritorno conferma lo stato di grazia del sestetto, tra influenze palesemente thrash, ascoltarsi il dittico iniziale “
To live deliciously” e “
Demagoguery” e una vena heavy metal molto marcata come si nota in “
You are my nautilus” si rimane conquistati, il metal estremo in salsa black degli albionici non ha bisogno di scossoni o rivoluzioni copernicane ma poche aggiunte a rendere tutto oscuramente gustoso.
Il frontman è sugli scudi con una prestazione vocale granitica dove passa attraverso vari registri; tra scream, growl ed interventi teatrali e simil – puliti, nulla è lasciato al caso ma è curato in ogni suo dettaglio.
La sensualità e la violenza vanno di pari passo com’è prassi in casa
COF, ma quello che mi ha sorpreso gradevolmente è quell’aggiunta di influenza goticheggiante che spunta fuori in “
Non omnis moriar” dove la
Federoff fa risaltare una voce mica male colma di pathos melanconico nel chorus.
Bene, bisogna dire che qui la farina di questo sacco è pregiata; saranno finiti i tempi di “
Dusk And Her Embrace” e “
Cruelty And The Beast” ma sanno ancora come mordere l’ascoltatore, fatevi avvolgere da questa oscurità.
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