La materia oscura è manipolabile come se fosse plastilina, dipende dalla mano di chi la adopera può prendere varie forme, dalla più aggressiva alla più malinconica.
Questo primo lavoro del trio israelosvedese siamo a metà percorso; questo è un goth metal veloce, diretto, a tratti melanconico figlio dei
Sentenced e dei
Paradise Lost ma senza la pesantezza doom dei secondi.
Basta ascoltare i riff serrati di “
The gods won’t interwine” dal piglio heavy oppure la seguente “
Tell me” che sembra intrisa di goth rock nel ritornello ma è metal nella sostanza, soprattutto nelle accelerazioni.
Il frontman
Filip Leo che si occupa di chitarra e basso usa un growl che è profondo ma ben si adatta alle melodie dei brani.
Nel brano “
Cinder to stone” la melodia portante sembra richiamare la compagine guidata dal duo
Lopakka/Tenkula.
Debutto derivativo, nulla di nuovo ma fatto più che discretamente, album fatto appositamente per gli orfani dei disciolti finnici.
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