Vuoi vedere che al terzo tentativo gli
Heart Line hanno trovato la formula sonora e un’adeguata dose di brillantezza compositiva capaci di farli emergere da un
rockrama melodico altamente competitivo e affollato?
Con questa “arguta” considerazione ho recepito “
Falling heaven”, il nuovo
album di un gruppo che in precedenza non mi aveva particolarmente impressionato, pur rilevandone le notevoli doti tecniche, soprattutto strumentali.
Eh già, perché i dubbi sulle capacità interpretative di
Emmanuel Creis si sono manifestate fin dal primo contatto con i francesi, e sebbene tali perplessità nemmeno oggi si diradino completamente, diciamo che la sua prestazione appare maggiormente “a fuoco”, agevolata anche dalle piccole variazioni stilistiche che contraddistinguono l’albo.
Siamo, infatti, sempre nell’ambito del
rock “adulto” d’ispirazione americana (Journey, Foreigner, Bad English, …), ma al tempo stesso si rileva un certo “irrobustimento” del suono, attuato aggiungendo agli influssi scandinavi (Europe, Glory, …) talune ascendenze di natura mitteleuropea (Bonfire, China, …).
Poi, su tutto, una migliore definizione delle canzoni, rese meno didascaliche e superficiali, seppur non ancora pienamente “carismatiche”.
Insomma, credo fermamente che brani come la “cinematografica” "
Liar”, “
You crossed the line”, “
I don't want to live without you” (appena troppo Foreigner-
esca, forse …) e la
best in class della raccolta “
Broken heart”, oltre a rappresentare l’attuale apogeo espressivo degli
Heart Line, abbiano i mezzi per affrontare con cognizione di causa le onerose sfide della scena contemporanea di riferimento, sostenute nell’impegno anche dalla bella
verve di “
Fire in the sky” e dalle suggestioni
hard-rock di “
God has a plan for you”, della possente "
We rule the night” e della
title-track dell’opera.
La presenza di qualche traccia più “interlocutoria”, vedasi “E
verytime you smile”, "
Silent dreamers”, “
Wake up” e “
Love song”, non disinnesca la piacevolezza complessiva di un disco che si ascolta senza sbarranti controindicazioni e che pone gli
Heart Line sulla strada giusta per gli impervi vertici di categoria, al momento ancora abbastanza distanti e tuttavia non irraggiungibili.
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