Sigh - I Saw The World's End - Hangman's Hymn MMXXV

Copertina 8,5

Info

Genere:Avantgarde
Anno di uscita:2025
Durata:44 min.
Etichetta:Peaceville Records

Tracklist

  1. INTROITUS / KYRIE
  2. INKED IN BLOOD
  3. ME-DEVIL
  4. DIES IRAE
  5. THE MASTER MALICE
  6. THE MEMORIES AS A SINNER
  7. DEATH WITH DISHONOR
  8. IN DEVIL`S ARMS
  9. OVERTURE
  10. REX TREMENDAE / I SAW THE WORLD`S END
  11. SALVATION IN FLAME / CONFUTATIS
  12. FINALE: HANGMAN`S HYMN / IN PARADISUM / DAS ENDE

Line up

  • Mirai Kawashima: bass, vocals, keyboards, flute
  • Satoshi Fujinami: bass
  • Junichi Harashima: drums
  • Dr. Mikannibal: vocals, saxophone
  • Nozomu Wakai: guitars

Voto medio utenti

Se non ci fossero i Sigh bisognerebbe inventarli, perché una scheggia impazzita del metal come loro sono una bella boccata d’aria fresca.
In mezzo a tanta sicumera di musicanti metallari che hanno la personalità di un attore dei film di genere italiani di serie z ma con il look giusto che piace ai ggiovani col neurone che fa TIKTOK ecco che a Mirai viene il colpo di genio, siccome l’album del 2007 non gli piaceva come veniva registrato e prodotto, lo ha rifatto da capo come più gli garbava.
Primo e per ora unico concept album, questa nuova versione e direi definitiva è una sarabanda dove l’heavy metal va a braccetto con orchestrazioni sinfoniche, cori e bordate thrash metal.
Eppure tutto collima, si incastra tra vocioni e screaming, interventi puliti e digressioni estemporanee i nipponici ne sanno una più del diavolo.
Questo è metal estremo nella più vera e genuina accezione, perché abbiamo scorribande maideniane, thrash/black metal che pesta ma poi sul più bello ti da il colpo del k. o. con rallentamenti epici dove c’è persino un’apertura colta verso la musica classica.
Una maionese impazzita? No, perché qui è tutto calibrato, prodotto e suonato alla perfezione con una passione ed attitudine che avrebbe fatto piacere al grande Zappa per questa volontà di essere coerenti con il proprio spirito.
Disco che profuma di metallo, ma non solo, perché sotto la cascata di riff, blast beats ci sono anche profondità diverse, quindi album che mi ha piacevolmente stupito, qualcuno seguirà il gregge di Ghost o Sleep Token che fa tanto figo, ma io preferisco i Sigh, sipario!
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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