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Info

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Anno di uscita:1971
Durata:42 min.
Etichetta:EMI

Tracklist

  1. YOU SHOULDN’T DO THAT
  2. YOU KNOW YOU’RE ONLY DREAMING
  3. MASTER OF THE UNIVERSE
  4. WE TOOK THE WRONG STEP YEARS AGO
  5. ADJUST ME
  6. CHILDREN OF THE SUN

Line up

  • Dave Brock: vocals, guitar
  • Nik Turner: sax, flute, vocals
  • Dave Anderson: bass, guitar
  • Del Dettmar: synthetizer
  • Dik Mik: audio generator
  • Terry Ollis: drums

Voto medio utenti

Quando si parla di hard rock psichedelico o di space hard rock, un nome viene alla mente prima di ogni altro: Hawkwind.
Una carriera gloriosa ed estenuante, cominciata nel 1969 e mai definitivamente terminata, tra un incalcolabile numero di line-up, abbandoni e rientri, personaggi storici ed illustri sconosciuti, tutto ciò che ha contribuito a creare un’alone quasi leggendario intorno a questa formazione.
Al centro degli Hawkwind c’è sempre stato un uomo: Dave Brock, chitarrista-cantante mente e cuore della band, musicista geniale e visionario nonché scopritore e svezzatore di talenti, tra i tanti un certo Lemmy Kilmister oggi icona senzatempo dell’heavy metal.
Più che un gruppo musicale una comune di folli freaks con la mania della sperimentazione, della provocazione, degli acidi e della vita extraterrestre, in quest’ultima cosa ben sobillati dal grande scrittore sci-fi Michael Moorcock, intimo amico di Brock.
Musica come viaggio cosmico, dilatazioni stranianti, effetti ipnotici sonori e visivi, gorghi lisergici, stravolgimento della forma canzone, rinuncia a qualsiasi accessibilità commerciale, i dischi degli Hawkwind ma ancor più le loro esibizioni dal vivo sono lunghi percorsi tra sogno e realtà, immagini di galassie e mondi fantastici popolati da entità inconcepibili.
Una sterminata discografia dove hanno massimo rilievo gli albums live, su tutti il seminale “Space ritual” (1973), ma non di minor importanza i primi lavori in studio tra i quali ho scelto questa seconda opera pubblicata dalla Emi nel 1971, che si guadagnò il diciottesimo posto della classifica Britannica.
Capigliature infinite, barbe chilometriche, abiti hippie-style, gli Hawkwind immortalati nel booklet sono l’esempio perfetto della acid-band nella quale vita, attitudine, musica ed esperienze lisergiche formano un tutt’uno indissolubile. Per sancire la loro distanza dalla musica “normale” o anche solo dall’hard rock canonico del “riff-strofa-ritornello”, i Londinesi piazzano in apertura un monolito psichedelico di oltre quindici minuti,”You shouldn’t do that”. Ritmi frastagliati, atmosfere rarefatte, ceselli di sax lancinante dello straordinario Nik Turner, vocals trasognate, cori stralunati che ricordano i Gong, effetti elettronici che a tratti fanno sembrare questa incredibile suite una colonna sonora per qualche sci-fi movie Hollywoodiano, gli Hawkwind disegnano un meraviglioso quadro cosmico che stabilisce fin da subito quale sarà il loro sviluppo stilistico, ponendosi con indiscussa brillantezza su un piano strettamente personale.
Rispetto all’altra memorabile formazione Inglese di rock psichedelico, i Pink Floyd, risultano ancora più estremi nelle soluzioni jammistiche e free-form, una libertà totale che profuma davvero di spazi interstellari ed è nutrimento per la mente.
Sul disco altri gioielli come la gelida ed ipnotica “You know you’re only dreaming”, l’intricata “Master of the universe” ed il riuscito tentativo di coniugare poesia folk-acustica e psych-rock di “We took the wrong step years ago”, in un disco che presenta soluzioni nettamente in anticipo sui tempi.
Quasi banale evidenziare l’influenza di questa formazione sulle moltitudini attuali dello stoner psichedelico, citiamo a caso Dead Meadow, Sun Dial, The Liquid Sound Company, Loose, The Heads, e tanti altri, chi più chi meno debitori di questi capostipiti.
Un ascolto necessario se si vuol comprendere l’origine della corrente psichedelica del rock (hard o meno..), ma anche un disco che richiede attenzione ed immersione assoluta. Voi che sentite i cd mentre chattate con gli amici, passate pure oltre.

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