Alzi la mano chi non ha del tutto “digerito” la strambata degli
Art Nation verso le tumultuose e sgargianti acque del
melodic-power …
beh, voi non lo vedete, ma la mia è sollevata alla massima estensione possibile.
Una difficoltà di assimilazione che nemmeno con l’ultimo, piuttosto buono “
The ascendance”, è stata risolta del tutto e che l’ascolto di questo “
Re-Revolution”, riedizione targata
Frontiers Music del debutto dei nostri (“
Revolution”, uscito su AOR Heaven) ha in qualche modo complicato ulteriormente.
Il fatto è che nel 2015 gli
Art Nation erano un promettentissimo
newcomer del
melodic rock scandinavo, pilotato da una voce davvero straordinaria (già balzata agli onori della cronaca due anni prima con i Diamond Dawn) per capacità interpretative e tecniche, e l’impressione è che se avessero proseguito su questa strada oggi parleremmo di un gruppo capace di dare del “filo da torcere” a Work Of Art, Lionville e W.E.T.
Invece,
Strandell e soci hanno preferito progressivamente imboccare una strada più “moderna” e roboante (in parte, la stessa degli H.E.A.T., che però hanno saputo gestire il tutto con maggiore equilibrio, qualità e personalità, fino alla “bomba sonica” “
Welcome to the future”), con tutta probabilità anche maggiormente gratificante dal punto di vista “commerciale”.
E allora, per chi magari non conosce la versione “primigenia” della
band e vuole approfondire quelle spiccate potenzialità che avevano destato l’attenzione di tanti
melomani alla metà degli anni duemila, ecco che “
Need you to understand”, "
3000 Beats”, “
Number one” e “
Here I am”, da aggiungere alle spettacolari “
Don’t wait for salvation”, “
Start a fire” e “
All in”, forniscono l’immagine nitida di una formazione attrezzata per incarnare efficacemente il ruolo di erede di Europe, Treat e T.N.T. nell’ambito del rutilante universo del
rock nordico.
Un incarico impegnativo che qui non si realizza pienamente a causa di qualche piccola ingenuità espressiva e talune sporadiche carenze d’incisività armonica e che nondimeno poneva senza dubbio la
band tra le grandi “promesse” della scena di riferimento.
La presenza di alcune
bonus-track, per quanto gradita, non credo sarà sufficiente ad indurre i fedeli estimatori degli
Art Nation ad un eventuale ulteriore esborso economico, mentre a quelli che non padroneggiano nel dettaglio la parabola artistica degli svedesi non posso che consigliare un pronto contatto con “
Re-Revolution”, un disco che merita ampia considerazione, soprattutto se prediligete la versione più raffinata e “tradizionale” dell’hard melodico.
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