Con i
Midnight, oneman band messa in piedi da
Athenar (alias di
Jamie Walters, ex Boulder e Destructor), ho ritrovato quella sana ignoranza messa in musica che a mio parere aveva trovato nei Carnivore una delle sue maggiori espressioni, e questo per me è già un bel punto di merito.
Certo che i
Midnight non arrivano ai livelli di violenza musicale e lirica di "Carnivore" e "Retaliation", si collocano, infatti, più dalle parti dei primi Onslaught e sono chiaramente largamente ispirati dai vari Venom, Warfare e Motorhead. Nonostante tutti questi illustri accostamenti, su "
Steel, Rust and Disgust" i
Midnight optano per omaggiare una decina di band "minori" che arrivano, come lo stesso
Athenar, da Cleveland, e che, come scopriremo, non sono tutte legate al contesto Metal.
Prima di arrivare alle varie cover, l'apertura è affidata ad una composizione originale: "
Cleveland Metal", la prima delle due presenti sul disco, l'altra è la stessa titletrack che è piazzata nella porzione finale del disco, speedy la prima e più cadenzata la seconda, ma entrambe all'insegna di un sound imbastardito da incursioni nel Punk, suoni distorti, un cantato tra Cronos e Tom Angelripper, e da un basso di chiara derivazione "lemmiana".
Un'attitudine che riversano nella varie cover che siano gli speeder
Kratos ("
Iron Beast") o i thrasher
Synastryche ("
I’m Insane"), oppure "
Final Solution" degli hard rocker seventies
Rocket From The Tombs e gli
Screamin' Jay Hawkins che suonavano Jazz e Rhythm and Blues già negli anni '60 e che strabuzzerebbero gli occhi all'ascolto di questa versione della loro "
Frenzy". Se "
Child Eaters" dei Punk settantiani
Rubber City Rebels e "
3rd Generation Nation" dei rockettari
Dead Boys, ne escono meno stravolte, è davvero difficile riconoscere le origini Country nelle pieghe di una venomiana "
Rock N’ Roll Fever" (di
David Allan Coe). Con "
Carrions Keep" i
Midnight danno invece visibilità al primo demo dei thrasher
False Hope, e che dire poi di "
Black Leather Rock" e "
Agitated" (entrambe dei Proto Punk
Roc Eectric Eels), che qui rendono meglio rispetto alle versioni originali?
Un lavoro ben fatto, e come diceva il colonnello John 'Hannibal' Smith: "
Adoro i piani ben riusciti!".
Di "
Steel, Rust and Disgust" mi è piaciuto quasi tutto, dall'approccio alla resa sonora, e soprattutto l'iniziativa di
Athenar di andare a dare nuova vita a queste dieci canzoni, e beh... forse si poteva fare qualcosa di meglio con la copertina, ma resta un dettaglio minore.
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