Copertina 7

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2025
Durata:47 min.
Etichetta:Elevate Records

Tracklist

  1. ONCE UPON A TIME
  2. WHAT’S BEYOND
  3. JESTER’S SOUL
  4. WRATH OF GOD
  5. SILENCE OF THE WAVES
  6. SHARHAZAD
  7. A BIRD OF GOLD
  8. GASHADOKURO
  9. THE SLEEPING BEAUTY
  10. THE NIGHTINGALE

Line up

  • Paolo Biscardi: bass
  • Fabio Mancinelli: drums
  • Roberto Di Lazzaro: guitars
  • Matteo Riccia: keyboards
  • Moreno Sangermano: vocals

Voto medio utenti

Con "Echoes of Forlorn Tales" i Chronosynthesis firmano un debutto che si muove con passo sicuro nel territorio del symphonic melodic power metal, mostrando una buona padronanza delle atmosfere e una spiccata sensibilità melodica. La band italiana, nata nel 2023, si inserisce nel solco tracciato da nomi storici del genere, ma cerca di ritagliarsi uno spazio personale puntando su arrangiamenti curati e un uso sapiente delle tastiere.

Peraltro ci troviamo di fronte ad un album tematico, per la precisione un'antologia di racconti ispirati alle fiabe classiche (europee e non) che vuole rappresentare allo stesso tempo un'antologia di quelle sonorità power metal melodiche che ci hanno fatto innamorare della musica da bambini: si passa da Barbablu alla Sirenetta, dalla Bella Addormentata a l'Usignolo di Hans Christian Andersen e così via, fino a giungere addirittura in Giappone con "Gashadokuro", yōkai della mitologia giapponese che rappresenta l'unione di un ammasso di ossa di persone morte di inedia.



Brani come "Sharhazad" e "Silence of the Waves" mettono in luce la capacità del gruppo di costruire paesaggi sonori evocativi, grazie a tappeti sinfonici ben dosati e linee melodiche accattivanti. La produzione, ad opera di Alex Di Nunzio agli NMG Recording Studio di Palestrina (Roma), seppur pulita tende però a penalizzare un po' troppo le chitarre, spesso relegate in secondo piano rispetto al buonissimo comparto tastieristico, con un impatto ritmico che ne risente in termini di potenza, a parte nei momenti in cui i begli assoli prendono la scena con fierezza.

Altro punto critico e da metabolizzare è la prova vocale: il cantante Moreno Sangermano si difende molto bene nelle tonalità medio/basse, ma quando spinge verso l’alto la voce perde corpo e incisività, risultando talvolta troppo esile per sostenere l’intensità emotiva dei brani: mi sento di consigliare, nonostante il genere suonato porti a voler "volare in alto" con la voce di rimanere su registri più bassi dove peraltro il buon Moreno convince e piace, un esempio su tutte è "A Bird Of Gold".
Tutti i brani sono validi, non ci sono filler, e tra quelli più riusciti segnalo proprio la succitata "Gashadokuro", in cui si segnala un ottimo lavoro chitarristico (come peraltro in tutto il disco) di Roberto Di Lazzaro e "What’s Beyond", che racchiude tutta la quota creativa di ispirazioni per tutti noi come Freedom Call e Helloween ma con una nota personale dovuta agli arrangiamenti sempre attenti e puntuali.



Nonostante alcuni inevitabili limiti, "Echoes of Forlorn Tales" resta un lavoro promettente, che lascia intravedere margini di crescita interessanti. I Chronosynthesis hanno le carte in regola per affinare il proprio stile e trovare delle linee vocali più adeguate nelle prossime uscite. Un esordio che, pur non facendo gridare al miracolo, merita attenzione e che mi sono trovato più volte a canticchiare sovrappensiero. Ottimo segno...

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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