Che il tempo voli troppo in fretta è appurato, fin troppe cose, ricordi e momenti sembrano talmente vicini da sembrare ieri, quando in realtà sono accadute da anni e anni. Ecco, anche con i
Warkings sembra che il tempo sia volato. Ricordo abbastanza chiaramente quando ho sentito per pura curiosità il primo singolo da 'Reborn', debut album oramai del 2018 (sigh!), e la prima impressione che ebbi sia vedendo la band, che sentendo la loro proposta. Classica band da due dischi, se va bene, simpatici, ma presto nel mischione delle tante. E invece no, per loro fortuna ovviamente, arrivando a pubblicare ben tre album uno dopo l'altro tra il 2020 e il 2022, sempre sotto l'ala della
Napalm Records, raccogliendo sempre più consensi e successi, tra tour con band come Gloryhammer, Powerwolf, e Dragonforce. Ora, non voglio che le mie parole vengano interpretate come una speranza di insuccesso per questi ragazzi o denigramento della loro proposta, anzi, ma forse dopo quasi dieci anni di attività si potrebbe fare anche una riflessione sulla musica dei
Warkings, e non sulla loro estetica da guerrieri, e tirare le somme?
Avevo già parlato di 'Revolution' quattro anni fa in
questa occasione, e fondamentalmente il mio pensiero non si è spostato di molto, perchè il discorso con questo nuovo
'Armageddon' è molto simile. Se togliamo il fatto che sono passati tre anni dal precedente lavoro (il lasso di tempo più lungo finora), i problemi sono i soliti. Canzoni di stampo heavy metal più classico che non esiste, con riff abusati fino all'inverosimile (quello della Titletrack riprende paro paro almeno una decina di canzoni dei loro dischi precedenti che vanno a riprendere a loro volta pezzi dei Primal Fear), ritornelli che sì funzionano, come
'Kings Of Ragnarok' già pronto per essere cantato sotto al palco, come anche
'Gengis Khan', ma alla fine? Resta qualcosa? Un fortissimo senso di deja-vù, ma la voglia di tornare a sentire l'album c'è? O forse bendarsi e ascoltare in maniera casuale i loro disch riuscirebbe a far dire all'ascoltatore da quale di questi proviene una determinata canzone?
'Circle Of Witches' ha un bel piglio aggressivo, con la voce di suddetta
Morgan LeFay (in realtà tale Secil Sen) a cercare di dare un qualche briciolo di personalità, ma riuscendoci scarsamente. Mettiamo da parte anche
'Troops Of Immortality' che presenta un chorus che sembra uscito dai peggiori Bloodbound.
In definitiva, belli gli artwork dei singoli, belle le copertine, fighissimi i costumi...e poi? Mi son chiesto, prima di mettere il voto, ci sarà la voglia da parte mia di schiacciare nuovamente play da qui alla fine dell'anno? La mia risposta la leggete nel numero in alto a sinistra, aspetto la vostra.
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