Nel
bailamme di uscite offerte dal mercato musicale contemporaneo a volte è proficuo essere “costretti”, per onorare i propri felici impegni di
scribacchino, a riascoltare un albo già pubblicato e recensito, qualunque sia la valutazione che l’opera in questione si era conquistata ai tempi.
Ebbene, la ristampa del debutto degli australiani
White Widdow, inserita nella prestigiosa collana
Classixx (e siamo arrivati al ventesimo numero) della
Pride & Joy Music, mi consente di confermare appieno il giudizio espresso nel 2010, quando “
White Widdow” irruppe nella mia esistenza
rockofila come un’autentica bomba sonica.
Un entusiasmo che non ha subito per nulla il logorio degli anni e non ha perso una stilla della sua intensità, neanche se confrontato con le innumerevoli eccellenti proposte sonore stilisticamente affini di cui ho gioiosamente usufruito in questi tre lustri.
Per ulteriori dettagli specifici, non mi rimane che rimandarvi alla disamina stilata allora (ecco il relativo
link) e aggiungere che questa riedizione dell’
album è impreziosita da una versione acustica di “
Broken hearts won’t last forever”, a completare con garbo un disco imprescindibile per tutti gli estimatori dell’
AOR /
pomp rock.
Della "storia" artistica dei
White Widdow ne riparleremo a breve (la
label tedesca ha ristampato, in configurazione analoga, anche i successivi “
Serenade” e “
Crossfire”), ma il fatto di continuare a considerarli tra i grandi protagonisti del settore credo sarà un’altra di quelle cose su cui non si può proprio cambiare idea.
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