Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2025
Durata:60 min.
Etichetta:InsideOut Music

Tracklist

  1. DAWN
  2. THE STORM
  3. VIGIL
  4. DUSK
  5. THE SERPENT
  6. TEMPEST
  7. RESPITE
  8. SHADOWS UNDER MOONLIGHT
  9. MIRAGE
  10. IN THE SEEDS
  11. CELESTIAL

Line up

  • Cody Bowles: vocals, drums
  • Kevin Comeau: guitar, bass, keyboards

Voto medio utenti

Avete presente i Crown Lands del debutto eponimo e del successivo “Fearless”, una formazione tra le poche in grado di raccogliere proficuamente lo “scomodo” e inestimabile retaggio dei conterranei Rush (ma possiamo anche ravvisare anche scorie di Triumph e Zebra nella loro proposta musicale …)?
Ebbene, dimenticateli, almeno per ora.
Eh già, perché i loro più recenti Ep, denominati “Ritual I” e “Ritual II” (usciti in digitale a luglio e agosto, rispettivamente … mentre la pubblicazione cumulativa in vinile è prevista per ottobre) hanno ben poco a che fare con il passato artistico del duo canadese.
Accantonato l’hard-rock e il prog mutante dei lavori precedenti la band si dedica a brani esclusivamente strumentali dai connotati etnici e “ambientali”, conducendo l’astante in universo fortemente contemplativo, in cui è facile “perdersi”, immaginando di trovarsi in una foresta pluviale, di partecipare ad uno dei riti di purificazione dei nativi americani o, soprattutto in alcuni momenti del secondo dischetto, di addentrarsi in certi cerimoniali del folklore orientale.
Il risultato sonico si traduce, dunque, in una sorta di trance meditativa e magnetica, declinata in profonda connessione con le forze della natura, capace di cagionare all’ascoltatore una sorta di “smaterializzazione fisica”, impegnandolo in un flusso mentale fatto di visioni ancestrali, contatti con il mondo spirituale e liquide pulsazioni ritmiche.
Un “cambiamento” stilistico ed espressivo alquanto importante che, come si potrà intuire, per quanto emotivamente abbastanza fascinoso, non potrà che “spiazzare” gli estimatori del gruppo, destando qualche perplessità anche per quanto riguarda l’eventuale acquisizione di nuovi adepti.
Pur apprezzandone il “coraggio” creativo, personalmente mi auguro che i Crown Lands riprendano in futuro il progetto artistico originario, sviluppando ulteriormente una “dipendenza” ancora un po’ troppo spiccata, ma se volete scoprire il loro lato più “mistico” e introspettivo, e al contempo avventurarvi in un viaggio sonoro onirico ed estatico, questi “Rituals” rappresentano una scelta appropriata.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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