Dietro un tetro sipario è in scena il terzo atto della folgorante carriera dei Death Angel, guidati dalla sapiente regia di Max Norman occupatosi della produzione. Dopo tredici anni dalla pubblicazione i suoni di Act III sono ancora attualissimi, la produzione cristallina mette in risalto le chitarre devastanti di Cavestany e Gus Pepa, mentre la batteria risulta essere perfetta grazie ad un suono secco e pieno: Act III a tutt'oggi risulta essere uno degli album meglio prodotti nel metal.
E' limitativo definire il terzo lavoro dei Death Angel un album thrash metal, in quanto sono presenti elementi ben amalgamati di thrash e crossover, senza tralasciare due splendide ballate acustiche costruite su linee vocali sovrapposte da mettere i brividi. Act III è il risultato dell'immenso talento creativo e tecnico di cinque fenomenali ragazzi californiani di origine filippina, legati fra di loro da stretta parentela. La terza release è la vetta creativa di una band partita precocemente (non erano ancora maggiorenni nell'album di debutto) e che in pochi anni non ha trovato più gli stimoli per proseguire. Non si contano i cambi di tempo delle tracks e gli innumerevoli riffs esplosi dalla coppia delle meraviglie, Cavestany/Pepa, autori di una prestazione da incorniciare grazie ad una tecnica sopraffina ed una sconfinata creatività.
La track d'apertura Seemingly Endless Time delinea i tratti salienti di Act III, riffs sovrapposti sparati a mitraglia, velocità sostenuta ed aperture melodiche ad ampio respiro, la successiva Stop è una collezione di riffs e cambi di tempo con il drumming di Galeon secondo solamente a Dave Lombardo. Con Discontinued inizia lo show di Dennis Pepa tra il suo basso slappato ed il resto della band impegnata in un furioso thrash ritmato su una base funky marmorea, mentre Osegueda delinea linee vocali complesse ma melodiche (capolavoro!). In attesa che il 2004 ci regali il seguito una nuova release discografica dei Death Angel, godiamoci il geniale Act III finché nausea ci colga.