Hades - The Cross / Widow's Mite

Copertina SV

Info

Anno di uscita:1985
Durata:8 min.

Tracklist

  1. THE CROSS
  2. WIDOW'S MITE

Line up

  • Alan Tecchio: vocals
  • Dan Lorenzo: guitars
  • Scott le Page: guitars
  • Jim Schulman: bass
  • Tom Coombs: drums

Voto medio utenti

Hades... una band alla quale sono profondamente legato; li scoprii anni or sono quasi per caso, ma fu subito amore a primo ascolto. Non potrò che usare parole di elogio per la creatura musicale di Dan Lorenzo, nata nel lontano 1978; i primi tempi, come per tutte le band, il repertorio era composto da cover (Ted Nugent, Kiss e compagnia), ma a partire dal 1980 la band americana, originaria del New Jersey, cominciò a scrivere pezzi propri, tra cui molti riff che verranno poi utilizzati nelle canzoni dei primi due album. La prima release vera e proprio arriva nel 1982, e si tratta del 7" "Deliver Us From Evil" (niente a che vedere, ovviamente, con l'omonimo EP degli Warlord), cantato da Paul Smith e comprendente le canzoni "Girls Will Be Girls" e "Social Disease". Negli anni seguenti la band, che reclutò un bassista vero e proprio, dato che sul primo 7" il basso l'aveva registrato Dan Lorenzo, uscì per le compilation "Born To Metalize" (Megaforce, con 3 canzoni) e per la sesta edizione della Metal Massacre di Brian Slagel.
Uscito Paul Smith, fu John Calura il singer degli Hades, ma durò davvero poco e venne sotituito con Alan Tecchio, che diventerà poi una colonna fondamentale della band americana. Con Scott LePage alla chitarra, Jimmy Schulman al basso e Tom Coombs alla batteria, gli Hades registrano nel 1985 il proprio secondo 7", autoprodotto, ai Fox Studios di Rutherford. Il 45 giri contiene due canzoni, entrambe incluse poi in "Resisting Success" del 1985, ma per quanto riguarda "Widow's Mite" si tratta di una versione differente, senza l'intro che sarà poi aggiunta sul full-length debut. Ad aprire il lavoro è la strepitosa "The Cross", che ben evidenzia i passi in avanti nel songwriting della band come nel sound generale, grazie all'innesto della voce evocativa e toccante di Alan Tecchio, in grado di passare dalle melodie ricercate della strofa all'aggressività che lo caratterizza, incentrate su tonalità altissime. Miscela sapiente e personale di inserti acustici, dal vago sapore epico e dalle atmosfere tragiche, e crude riprese melodiche e ricercate, "The Cross" rappresenta una delle canzoni a mio avviso migliori mai scritte dagli Hades, che già sperimentano le prime soluzioni tecniche ed eccentriche dal punto di vista ritmico, pur senza perdere di vista l'immediatezza e la fluidità delle canzoni. A seguire "Widow's Mite", decisamente più aggressiva ed heavy della song sul lato A: un riffing roccioso, una batteria inconsueta sullo stile dei primi Watchtower, e i vocalizzi di un Alan Tecchio che si lancia in quegli acuti che renderanno unico (e per qualche stolto ascoltatore odioso) il suo cantato. Rispetto alla versione di "Resisting Success", che vanta ovviamente una registrazione migliore, questa "Widow's Mite" non ha l'introduzione, vale a dire quella sfuriata iniziale che, con il senno di poi, appare slegata dal resto della song, e che viene ripresa anche alla fine del pezzo. Qualche variazione c'è anche negli arrangiamenti, ma nulla di particolarmente significativo. Come spesso accade con demo e autoproduzioni, le versioni originali, pur con tutti i loro limiti di produzione e suono, vantano un feeling unico; in questo caso è "The Cross" ad aver quel qualcosa in più rispetto alla pur ottima versione dell'Lp; forse sono proprio quelle piccole imprecisioni, specie nel cantato di Alan, a rendere il tutto più naturale e ricco di pathos.
Comunque sia, vi invito a cercare questo 7", anche se mi rendo conto sia un'impresa non facile; se non erro la versione originale di "Widow's Mite" (che è poi diventata "Widow's Mite (Chapter Eleven)") è stata inclusa in una ristampa su CD di "Resisiting Success". Il mio consiglio è di far vostro tutto quello che trovate del periodo '80 di questa band fondamentale ed unica, da annoverare tra i pionieri del techno-thrash e della vena più progressive del metal.
Recensione a cura di Lorenzo 'Txt' Testa

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