Con il moniker che si sono scelti, cosa dovevamo aspettarci? Certo non una proposta AOR o Hard Rock, no... qui il Metal è veloce e - a buon peso - affilato.
Avete presente come gli Skul Fist o i primi Enforcer avevano strapazzato la lezione della N.W.O.B.H.M.? Ecco, qui si plana da quelle parti e, infatti, gli
Speed Queen giunti, dopo un paio di EP, al loro album d'esordio "
...With a Bang!" si dedicano anima e corpo all'Heavy Metal ottantiano, donandogli spesso e volentieri forti connotati Speed. Ed è quello che poi ci scagliano dagli speaker, dove una brevissima intro di synth, con quella "
Showdown" che mette subito in chiaro le cose: qui si corre all'impazzata, tanto da privilegiare la velocità alla pulizia dei suoni e con il rischio di andare fuori strada. Beh.. qualche scivolone talvolta
Thomas Kenis lo deve sicuramente gestire, e lo scopriamo un po' in difficoltà anche nella maideniana "
I Want It", dove agli
Steel Queen si unisce per un assolo di chitarra
Jonny Nesta dei già citati Skull Fist.
Gli
Speed Queen si muovono più o meno sulla stessa lunghezza d'onda la seguente "
Eye to Eye", che in qualche frangente mi ricorda "The Wicker Man", passata comunque nel tritacarne con Exciter e Accept, e la ritmata "
Chasing Ghosts" che rimanda direttamente alla miglior N.W.O.B.H.M.. A questo punto le anthemiche
"I Walk Alone", che ha davvero un bel passo, e "
Skygazers" si lasciano guidare dai ritmi insistiti e scanditi dal batterista
Toon Driezen e dal bassista
Lander Savelkoul, due brani che approfittando di un fugace calo nella velocità esecutiva si segnalano tra gli episodi più memorabili e dalla maggior personalità dell'album. Se però li preferite quando pestano sull'acceleratore, ecco che "
The World Ends Tonight" vi stupirà con quel suo approccio motorhediano (un po' alla Abattoir) mentre "
Time to Go" non solo mostra gli artigli e pare in grado di farvi a brandelli alla prima distrazione, ma rivela un approccio compositivo più articolato dove gli
Speed Queen danno davvero il meglio di loro e con
Kenis che nell'occasione non lascia adito a possibili critiche. La conclusiva "
Fire" è esattamente lo specchio del suo titolo: veloce, adrenalinica e bruciante, una continua altalena di Speed & Thrash Metal, cui non potrete certo restate indifferenti.
Un po' sguaiati, e non solo nella prova del comunque discreto
Kenis, eppoi qualche volta anche il chitarrista
Andreas Stieglitz sembra tendere a perdere un po' il controllo, di certo a questo quartetto belga non manca di certo l'energia e la voglia di lasciare il segno.
Vedremo se la prossima volta si avvicineranno ulteriormente al centro del bersaglio per ...fare
BANG!.
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