Quando ho scoperto che questo disco è uscito nel 1998 sono rimasto interdetto: "Speed Metal Slaughter" è un degno figlio degli anni'80, periodo in cui lo speed thrash ha goduto di una fecondità e ricchezza che oggi ci sogniamo, e che si riuscissero a sfornare album di questa caratura anche verso la fine del millennio mi ha fatto moltissimo piacere. Senza contare che la Svezia non è proprio il Paese da cui ti aspetti un disco del genere.
Indimenticabile l'intro di "Slaughter On The Dancefloor", in cui due metallari si vedono negato il permesso di entrare in una discoteca e reagiscono estraendo una motosega e facendo a pezzi i presenti! Epocale! Quanti di noi hanno sognato di fare una cosa simile ogni volta che il truzzetto di turno ci guardava di sbieco quando si passava con le magliette dei nostri gruppi metal preferiti...Musicalmente, la canzone viaggia su binari speed/thrash abbastanza contenuti in cui la voce aspra e stridente di Chainsaw Demon risulta azzeccata ma che forse può essere d'ostacolo per chi si approccia per la prima volta ai Cranium. Non essendo propriamente cristallina potrebbe risultare ostica per l'ascoltatore poco avvezzo o che semplicemente non ama particolarmente questo tipo di stile vocale. Se l'opener è relativamente tranquilla, ci pensa la seguente "Lawnower Lover" a mettere le cose in chiaro e a rendere manifesto il titolo del platter, partendo a razzo con un urlo lancinante di Chainsaw Demon e proseguendo con ritmiche veloci e grezze da headbanging sfrenato. La seguente "Dentist Of Death" rappresenta uno degli episodi migliori del disco, introdotta dal rumore di un trapano da dentista e viaggiando sostenuta da chitarre sparate a mille e una voce rauca che nel ritornello raggiunge tonalità simili ad un falsetto molto sguaiato. Ovviamente la ricetta non presenta variazioni di sorta, e il gruppo viaggia veloce e thrasheggiante per tutto il disco, una vera goduria per chi ama il genere. Si tratta solamente di sette tracce, ma la compattezza rappresenta un altro pregio di "Speed Metal Slaughter" che si rivela abbastanza lungo da esaltare ma abbastanza corto da non stufare, vista la monotematicità della proposta. La produzione non fa certo gridare al miracolo, con le chitarre zanzarose e non molto ben definite, assieme ai suoni di batteria tutt'altro che ben definiti. Ma va bene così, alla fine quello che importa a noi metallari puzzosi e ignoranti (e a volte sorozi borozi) è avere per le mani un disco su cui scuotere le nostre folte chiome e far roteare le nostre teste,e questo disco è assolutamente adatto allo scopo.
Insomma, si tratta di un album esaltantissimo, che non può mancare nella discografia di ogni metallaro o perlomeno di ogni thrasher e con cui potrete sfogare la vostra furia omicida verso truzzi e discotecomani vari. E meno male che il thrash era morto...
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