Che i Nevermore siano una delle band più conosciute ed amate nel panorama metal contemporaneo è indubbio, ma spesso ci si dimentica dei Sanctuary, band di Seattle in cui hanno militato il cantante Warrel Dane, il talentuoso chitarrista Jeff Loomis e il bassista Jim Sheppard, autori di solamente due dischi stupendi quali "Refuge Denied" e "Into The Mirror Black".
Le differenze a livello musicale tra i due gruppi, nonostante la line up sia quasi identica, è palese anche in virtù dell'esperienza sulle spalle dei vari musicisti, ma in "Into The Mirror Black" sono già presenti i tratti peculiari e salienti che poi andranno a costituire il sound dei Nevermore: "Into The Mirror Black" può essere considerato un album dalle sonorità classiche, influenzato da mostri sacri quali Judas Priest (soprattutto in relazione alla voce acuta ed ancora immatura di Dane) e Metal Church, su cui i Sanctuary giocano con atmosfere cupe, arpeggi sinistri da brividi e sfruttando un'interpretazione vocale davvero teatrale ed emozionale. Si inizia già a notare il gusto negli arrangiamenti di chitarra, che già in "Into The Mirror Black" assumono una venatura "progressiva" e complessa, caratteristica che tutti i fan dei Nevermore conoscono bene ed apprezzano. Nove tracce per 45 minuti di emozioni forti, in cui i vari ingredienti del sound dei Sanctuary si mischiano in varie dosi regalando dei pezzi indimenticabili, come nel caso di "Eden Lies Obscured", maligna e cupa come non mai, "Future Tense", "Long Since Dark", "Epitaph" o "Taste Revenge". Nonostante la giovane età i Sanctuary mostrano con questo disco che i canoni tipici del metal stanno loro stretti e forgiano già una loro impronta sonora, che comunque non si slega completamente dalle sonorità metal classiche.
La produzione è ovviamente quella che è, ma non si discosta granchè dalla qualità dei dischi del periodo (il disco è uscito nel 1990), ma non rappresenta un ostacolo per l'ascolto del disco.
Già con questo disco i futuri Nevermore mostrano in potenza tutte le loro doti, che permetteranno loro di diventare una delle band più amate ed originali della scena metal mondiale alla fine degli anni '90 e all'inizio del nuovo millennio. Certo, "Into The Mirror Black" è acerbo ma lascia già intravedere che i membri del gruppo hanno molto da dire, e i fatti lo hanno dimostrato ampiamente. Il debutto dei Nevermore infatti risente ancora dell'esperienza nei Sanctuary, ma già con l'album successivo il quintetto troverà la sua strada. Per chi ama i Nevermore si tratta di un disco fondamentale, soprattutto per apprezzare e comprendere le tappe evolutive della musica della band di Seattle.
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