Da dove cominciare a commentare il lavoro d’addio di un gruppo straordinario?
Come esprimere il senso di “rabbia” e frustrazione per una parabola artistica iniziata con una travolgente vampata di talento e sensibilità e spentasi troppo presto?
È veramente difficile … soprattutto perché i
Nightblaze si congedano dal loro fedele ed entusiasta pubblico con un disco, questo “
Evaricade”, che, se da un lato è un “regalo” per chi aveva accolto il loro debutto eponimo come una boccata d’aria fresca nell’ambito del
rock melodico, dall’altro accentua lo sconforto per l’interruzione di un percorso espressivo che avrebbe potuto riservare tante altre imperiose soddisfazioni.
Eh già, perché i quattro brani inediti dell’albo in questione sono scintillanti esempi della migliore qualità melodica contemporanea e pure le restanti “versioni alternative” dei pezzi (alcuni tratti dall’avvincente esordio della
band) sono tutt’altro che “riempimenti”.
Un’analisi “distaccata” e “professionale” è molto ardua, dunque, a partire dal fatto che era un sacco di tempo che non mi emozionavo così tanto (fino ai confini dell’occhio umido, lo confesso …) durante l’ascolto di una canzone.
Ebbene, è successo con “
Novemberine walls”, un autentico gioiello di turbamento sensoriale che con il suo prorompente ardore poetico e introspettivo (a cui contribuisce uno struggente
guitar-solo dell’ospite
Orazio Fontes) ratifica la fondata convinzione di avere a che fare con una formazione musicale dotata di un’anima artistica “speciale”, capace altresì di trasfigurarsi rendendo “
State of grace” un incalzante numero sonoro dai baldanzosi contorni
rootsy, per poi intridere “
Tonight” di tutto ciò che è bramato da chi ama lasciarsi avvolgere dalle magnetiche pulsazioni di un’evocativa ambientazione notturna.
“
Take me home” rivela il lato più “trionfale” del
songbook dei
Nightblaze, fatto di sfarzose aperture armoniche e raffinate diversioni soniche e una volta esauriti gli inediti (nei loro diversi adattamenti), come anticipato, non termina il trasporto emozionale, confermato per la versione “atmosferica” della gemma “
Hold on to me”, per gli impulsi
synth-pop di “
Take on me” e per gli intriganti bagliori “etnici” concessi a “
Fading away”.
Con la variante rimasterizzata del sontuoso
hit “
Tell me”, una delle più sorprendenti e talentuose realtà dell’
AOR internazionale saluta una “scena” che certamente sentirà la sua mancanza, perché di artisti in grado di “toccare” nel profondo e favorire il benessere psicofisico di chi li sostiene c’è sempre un gran bisogno.
In tempi di “ritorni”, peraltro non sempre giustificati, l’auspicio è che prima o poi i
Nightblaze ritrovino gli stimoli necessari per produrre nuova musica … che si possa trattare di un “arrivederci” diventa quindi lo speranzoso appiglio a cui aggrapparsi mentre si ascolta “
Evaricade”, un’opera preziosa, in grado di stritolare il cuore in una morsa di malinconia, esaltazione e benefica commozione.
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