Benché eterosessuale (
ahimè, scarsamente praticante …), non sono state le graziose fattezze di
Leah Martin-Brown ad attirare la mia attenzione nei confronti di “
Love & other crimes”.
La presenza di
Tommy Denander e
Robert John "Mutt" Lange, “gente” con
curricula artistici ben più corposi di quello della pur tutt’altro che “sprovveduta” cantante australiana (Lilly Rouge, Evol Walks, …), ha avuto un “fatale” sopravvento su ogni altra valutazione, comunque, in un secondo tempo, non del tutto trascurabile.
Tornando a prioritarie questioni musicali, proprio per il contributo all’opera dei suddetti notabili del settore, sorprende un po’ scoprire che in realtà “
Love & other crimes” è un
album di
pop-rock di stampo essenzialmente
novantiano, raramente innervato da fragori di marca Def Leppard, da un approccio
rootsy alla
Shania Twain (due contesti espressivi che il buon "
Mutt" conosce assai bene … ma forse nel caso specifico giova ricordare anche le collaborazioni con
Britney Spears e Backstreet Boys …) o da pulsazioni sonore vagamente
Joan Jett-esche.
Chiarito lo scenario stilistico, dopo la prevedibile defezione dei
gloriosi più intransigenti, diciamo che nemmeno quelli maggiormente
open minded saranno particolarmente “impressionati” da un disco in cui la ricerca spasmodica del
blockbuster appare piuttosto pacchiana e artificiosa.
Non è sufficiente, infatti, la voce seducente e abbastanza incisiva di
Miss Martin-Brown a trasformare tracce armoniche ruffiane e frivole in veri
hit, e per chiarirne le differenze si possono ascoltare “
Mr. X”, “
Clooney”, "
Boys” (per un attimo ho pensato si trattasse di una
cover di
Sabrina Salerno!), “
Shush”,
"Light show”, “
Hell no kitty” e “
Unscrew you”, brani che condensano tutti i
cliché di certa “radiofonia”
mainstream (sporadici inserti
rap compresi) senza possederne la necessaria scaltrezza espressiva.
Gradevoli, e tuttavia fin troppo dipendenti dal modello “
Hysteria”, appaiono poi “
R U chicken” e “
Hysterical love”, mentre la suggestiva “
Levitate” non spiace soprattutto per l’intensa interpretazione vocale di
Leah e “
Rainbow” esibisce una delle linee melodiche più efficaci della raccolta.
Sfornare canzoni che sappiano essere accattivanti e facilmente memorizzabili evitando precarietà e banalità non è affatto un’impresa facile, qualunque sia il contesto artistico di riferimento, e barcamenarsi senza (troppa) infamia e (modica) lode lungo una quarantina di minuti di musica manierata non credo proprio basti a centrare gli obiettivi che
Leah Martin-Brown e la
Frontiers Music si prefiggevano con questo “
Love & other crimes”.
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