Gli
Heavy Load furono una delle prime bands di un certo spessore provenienti dalla Scandinavia, tanto che l'album in questione risale addirittura al lontano 1982. Lo stile, i testi e l'immagine, fortemente ancorata alla mitologia nordica e vichinga, hanno fatto sì che venissero considerati come i precursori dell'epic metal. "Death or Glory" è senza dubbio l'album più rappresentativo della band, allora da poco rivoluzionata con l'ingresso in formazione di un ulteriore chitarrista, Eddy Malm, e di un nuovo bassista, Torbjorn Ragnesjo. L'album si apre con l'anthemica "Heavy Metal Angels", vero e proprio metal inno cantato da Ragne e contraddistinto da inserimenti puramente epic; segue a ruota "Might for Right", dove si sterza verso sonorità più tedesche e si schiaccia maggiormente sull'acceleratore. Mezzo passo falso con la successiva "Something New", mid-tempos penalizzato purtroppo da una prestazione non eccezionale alla voce del chitarrista Eddy Malm. Si rialza decisamente il livello esecutivo e compositivo grazie alla più spinta "Bleeding Streets", diretta e immediata song dove la fa da padrona questa volta la voce di Styrbjorn. Si prosegue con la spettacolare "The Guitar is my Sword" dove si ritorna a sonorità decisamente più epic; degno di nota è qui soprattutto il testo, da erigersi a simbolo dell'album intero. Sulle parole "Rock and Roll is my Lord 'til the very last sigh" si conclude così la prima facciata del vinile. Il lato B è inaugurato dalla veloce "Still there is Time", con un fill centrale decisamente precursore dell'Helloween-style, seguita da un'altra epica song, "Traveller", da ricordare specialmente per i cori e per l'ottima prestazione di Ragne alla voce. Eddy Malm si rifà invece con la buona interpretazione vocale di "Little Lies", up-tempo ben ritmato che sfocia in un coinvolgente refrain melodico. Si volge al termine con "Daybreak Ecstasy" nella quale torna al microfono Ragne; la song, introdotta da un'atmosferica parte acustica, evidenzia pienamente la capacità e l'originalità compositiva della band, capace ancora una volta di creare un ottimo pezzo in cui si alternano momenti quasi oscuri ad altri più spinti e segnati da spettacolari riffs di chitarra di quelli ormai tanto rari nella scena attuale. Sicuramente un album destinato ad un posto di onore nella storia e che segnò l'ormai ineluttabile declino della NWOBHM a favore di un sound decisamente più sostenuto e di atmosfere nuove e sino ad allora sconosciute
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?