Gli Omen sono una leggenda, uno di quei gruppi conosciuti da pochi ma accaniti fans, una band di culto, una delle tante uscite dalla scena Americana negli '80 ma una delle poche ad avere veramente quel quid in più che fa la differenza. Quel quid è forse rappresentato dal fatto che gli Omen proponevano semplicemente un classicissimo Heavy Metal, melodico, epico ma allo stesso tempo potente, un mix perfettamente bilanciato che probabilmente ne ha decretato la fortuna (gli Omen infatti sono stati una delle formazioni di maggior successo della scuderia Metal Blade negli anni 80). Il gruppo nasce a Los Angeles nel 1983 con il fondatore Kenny Powell alla chitarra solista, Jody Henry alla chitarra ritmica e Steve Wittig dietro le pelli. La ricerca di un cantante e di un bass player si rivela un'impresa non semplice e così nel frattempo Kenny Powell fu reclutato dai Savage Grace per incidere il loro primo mini-lp "The Dominatress". Terminata questa parentesi K. Powell riesce a strappare un contratto alla Metal Blade e a trovare in J.D. Kimball un cantante all'altezza, dotato di una straordinaria voce, una voce calda e potente, forse unica nel panorama metal mondiale. J. Henry andò invece a ricoprire il posto vacante di bassista e la formazione degli Omen era così ultimata. Dopo questa piccola parentesi sulla nascita del gruppo passiamo all'analisi del disco; tutte le canzoni che compongono questo "Battle Cry" sono piccoli gioielli ma mi preme sottolineare la fantastica opener "Death Rider" che sembra quasi fuoriuscita dalla penna di Steve Harris & soci, la mitica "The Axeman" che col suo micidiale riff deve aver fatto sbattere su e giù la testa a più di un headbangers, la spettacolare "Last Rites" che se solo fosse stata scritta dagli Hammerfall oggi sarebbe un classico, la fenomenale ed epicissima "Dragon's Breath" che da sola varrebbe l'acquisto dell'album e a questo punto ho finito i superlativi per descrivervi la "title track" e "Die by the Blade", due canzoni che definire semplicemente epiche è puro eufemismo. Come si può intuire dalla semplice lettura dei titoli dei brani le tematiche affrontate nei testi sono a sfondo epico ad eccezione della potente "Be my Wench" e di "Bring out the Beast" che invece vanno un po' fuori tema affrontando tematiche un po' particolari... Nel caso non lo aveste ancora capito questo lp è un classico, uno di quei dischi che non può mancare in nessuna collezione che si rispetti, un vero must per gli amanti del classico Heavy Metal (ogni tanto un po' di retorica ci vuole...), un album composto e suonato da ottimi musicisti e dotato di una produzione buona considerando che il disco uscì nel 1984, un capolavoro punto e basta, nonché uno dei miei album preferiti di sempre.
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