Nacquero a Memphis nel lontano 1976 questi Image, messi allora in piedi dal drummer Randy "Rock" Wicker e dal chitarrista Steve Simpson, ma per attendere una release vera e propria bisogna correre avanti di dieci anni, quando nel 1986 esce l'EP omonimo che qui trattiamo.
Gli Image non godettero mai di grande fama, e a dir la verità non acquisirono lo status di cult band nemmeno tra i fedelissimi e intransigenti del metal americano ottantiano come altri contemporanei; ma verranno qui trattati perchè si sono riuniti (anche loro) un paio di anni or sono, pubblicando il full-length "Drowning in the Sea of Life", quindi chi ha apprezzato questo ritorno potrebbe essere incuriosito dal passato oscuro di questi ragazzi statunitensi.
Non siamo dinnanzi a nulla di sconvolgente, sia chiaro, ma questo debutto degli Image si fa ben ascoltare e soprattutto è una testimonianza forte di un'epoca, con quel sound ruvido ma melodico e a tratti epico, tipico del primo heavy americano che andava risorgendo, staccandosi dagli stilemi del sound inglese e tedesco dei primissimi anni '80. Gli Image stessi amavano definire il proprio sound come "speed metal", ma ad essere sinceri, e soprattutto con il senno di poi, possiamo dire che con quel filone hanno ben poco a che fare.
Registrato ai Roadhouse Studios del Mississipi, questo EP venne stampato in sole 500 copie, tanto che ora è un pezzo pregiato del mercato collezionistico, più per la propria rarità che non per il vero valore artistico, ad essere sinceri.
Ad aprire le danze è "Illusion", up tempo ancora legato a quelle sonorità New Wave che segnarono i primi passi del metal americano, dove a farla da padrona è il cantato di David St. Clair, melodico ma capace di grattare, nella migliore tradizione US. Decisamente più riuscita è "The Raven", oscura e atmosferica nella sua apertura acustica, prima di sfociare nel riffing della canzone vera e propria, arricchita da un ritornello melodico e vincente.
Parte piano anche "Scarlet Demons", pura epic song, grazie anche ad un David St. Clair qui non lontano dal primo Mark Shelton, mentre a chiudere è la imponente "Metal Master", altro brano dalle atmosfere più ricercate e dalle tinte drammatiche e oscure.
A livello tematico non fatevi ingannare dai titoli, perchè la stessa "Scarlet Demons" nulla ha dell'immaginario fantastico, dato che parla di una gang street chiamata per l'appunto "The Demons" e di come fossero all'ordine del giorno zuffe e combattimenti per le vie delle città americane.
Questo degli Image è un buon debutto, spontaneo e sentito, che ha però avuto la sfortuna di essere tardivo e al tempo quasi anacronistico, arrivando dieci anni dopo la nascita della band e assai dopo la data di composizione dei brani. E' un lavoro che mi sento di consigliare solo ai più accaniti fans della prima scena US ottantiana, ma solo se già conoscete i grandi nomi che hanno segnato la storia del metal a stelle e strisce. Ovviamente se vi capita di trovare a buon prezzo la versione in vinile fatela assolutamente vostra, ma in caso contrario non state a spendervi un capitale e ripiegate sulla recente ristampa in cd.