Copertina 7

Info

Anno di uscita:2025
Durata:43 min.
Etichetta:Bonebag Records

Tracklist

  1. LYKTANS LåGA
  2. TURS
  3. JAG GER MIG AV
  4. PAKTEN
  5. SOL
  6. SNöBLIND

Line up

  • Samuel Nordström: guitar
  • Albin Kroon: bass
  • Simon Rosengrim: vocals
  • Alexander Söderlund: drums

Voto medio utenti

Gli Skogskult sono un’interessante e inquieta(nte) creatura musicale scaturita dalle foreste nordiche, intrisa di visionarie pesantezze doom / stoner, ma altresì capace di concedersi tenui bagliori di malvagità death / gothic, sviluppando così un sound che riesce ad evitare di essere eccessivamente monolitico e ripetitivo.
Un rischio, quest’ultimo, piuttosto elevato nel genere e che i quattro di Umeå (con esperienze in formazioni underground come Från Mars, Scitalis e Never Recover) scongiurano tramite un approccio alla materia variegato e abbastanza ambizioso, oltre che parecchio conturbante.
L’influsso folk, esplicitato attraverso brandelli di suggestioni rituali e liriche in madrelingua, s’integra piuttosto bene con le altre componenti espressive, in un disco eponimo che con l’atto d’apertura “Lyktans låga” conduce l’astante in una forma di densa oscurità sonica, dominata da angoscia e rabbia, ben rappresentate dalle rimiche possenti e orbitali di Albin Kroon e Alexander Söderlund, dalle chitarre tenebrose di Samuel Nordström e dal cantato tormentato di Simon Rosengrim.
Il break da liturgia esoterica conferisce al brano un’ulteriore scossa emotiva tutt’altro che rassicurante, e una sensazione analoga la trasmettono la successiva “Turs”, con i suoi squarci decadenti, evocativi e mortiferi e l’imponente stele goth-psych-stonerJag ger mig av”, mentre con “Pakten” la band scandinava esplora sonorità più vicine all’hard-rock “classico”, nella sua declinazione più acida e fragorosa, con un piglio vagamente Hawkwind-esco.
Sol”, con i suoi avvolgenti e solenni richiami a riti pagani e le spirali ipnotiche e liquide di “Snöblind” contribuiscono, infine, alla riuscita di “Skogskult”, il debutto assai promettente di un gruppo che gli estimatori di Sleep, Cathedral, Electric Wizard e Monolord farebbero bene a seguire con attenzione.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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