Weft è l'espressione musicale, strettamente personale, di
Charlie Anderson, dal 2019 violinista e compositore aggiunto per i Panopticon, il quale, nel debut
"The Splintered Oar" riesce a riversare tutta una serie di idee, suggestioni, umori e colori che, tutti assieme, sembrano riflettere il percorso di una vita intera.
L'album, che esce per
Bindrune e sul quale troverete, tra gli altri, Austin Lunn (mastermind dei Panopticon stessi) dietro ai tamburi, è, di fatto, un concentrato di sonorità anche distanti tra di loro: nei suoi cinque brani non ci stupiremo, dunque, nel passare da una robusta base Black/Death, ad accenni tipicamente Prog, mentre le strutture si arricchiscono con mirate dosi di Americana, Folk e Country per un risultato complessivo, sorprendente, stridente, ma mai forzato, come se la malinconica schizofrenia insita nel disco si trovi perfettamente incanalata nei solchi del buon gusto e della grande capacità di sintesi ed arrangiamento.
"The Splintered Oar" ha un sapore fortemente a stelle e strisce, ma qui non c'è l'America luccicante di Hollywood o di New York, quanto, piuttosto, quella dall'anima rurale, quella dallo spirito più vivo e reale che emerge, forte, negli intrecci di violini impazziti, riffing granitico, accelerazioni disturbanti, arpeggi da deserti assolati ed atmosfere che riescono a coagulare il sapore, aspro, dell'antico con quello più dinamico della modernità, in un fluire, abilmente orchestrato, di note che sapranno emozionare e raccontare la storia di una intera ed immensa nazione.
Non è semplice, oggi come oggi, imbattersi in un lavoro di questo spessore, un lavoro, distante eoni dalla mediocrità imperante, che si crogiola nella rabbia ululante del cielo notturno illuminato dal fuoco, per poi incantare con cori e canti puliti, rafforzando con imprevedibili dettagli ogni momento musicale che si riversa sull'ascoltatore, come onde che erodono lentamente la costa, tra spire melodiche inquietanti e momenti di audace sperimentazione.
"The Splintered Oar" è, in realtà, quello che potremmo dipingere come un vascello di esplorazione finito alla deriva, in una vibrante tempesta di intensità metal.
Un vascello sul quale imbarcarsi senza remora alcuna.
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