Doppio live album per il biondo axeman tedesco, additato da molti come la copia sbiadita di Ritchie Blackmore, dal quale, a dir la verità, prende sicuramente ispirazione nel songwriting ma non certo nello stile di chitarra, distante invece anni-luce. Come prevedibile l'unico difetto (trascurabile, sia chiaro) di quest'album è qua e là proprio il lavoro di Axel, che resta un personaggio unico nel genere, ma che non passerà certo alla storia per le proprie doti tecniche ed esecutive. Ciò nonostante "Knights Live" ha dei motivi validi per imporsi come una delle migliori release live degli ultimi tempi; prima di tutto è naturale, sincero e non è vittima di pesanti lifting in studio per correggere quelle imperfezioni esecutive che non possono mancare in un concerto. L'unico ritocco apportato riguarda infatti, come ammesso dallo stesso Axel, i tom della batteria di Mike Terrana che sono stati sin dal principio triggerati, ma esclusivamente per migliorarne il suono e non certo per correggerne le dinamiche. L'altro motivo per cui questo live album è da avere è perché, eccetto il pur buon Axel, è suonato da musicisti fenomenali dall'altissimo spessore artistico, primi fra tutti l'eccentrico tastierista Ferdy Doernberg (Rough Silk) e il micidiale Mike Terrana (Rage) alla batteria. A questi va ad aggiungersi un Ronnie James D... ehm, scusate, un Johnny Gioeli veramente in forma, autore di una performance a dir poco perfetta, per esecuzione e carisma, che ne ribadisce l'innegabile validità artistica, al di là di rifacimenti più o meno evidenti allo stile dello storico singer dei Rainbow. Questo "Live Knights" vanta poi una scaletta davvero azzeccata, che pesca un po' da tutta la discografia; ecco così arrivare episodi più stantii ma indimenticabili quali "Nasty Reputation", dall'album omonimo del 1991, o "Call Her Princess" e "Snake Eyes" (in una successione micidiale), entrambi estratti da quel fantastico "Wild Obsession" del lontano 1989. A questi vanno ad unirsi passi più recenti, come le ottime "Tear Down the Walls" e "Carousel", senza scordare l'eccellente "Fool Fool" da "Black Moon Pyramids". Poteva forse mancare un'esplicita dichiarazione d'amore verso l'Arcobaleno di Ritchie Blackmore? Ovviamente no, ed ecco quindi, all'interno di uno squisito medley "Masquerade Ball"/"Casbah" (con assolo pirotecnico di Mike Terrana), un accenno a "Stargazer" dei Rainbow che purtroppo però si ferma solo alla prima strofa. Quello che più colpisce in questo "Knights Live" è come i brani più recenti rendano molto di più in versione "on stage", nella quale acquistano quella carica travolgente che in studio era stata rovinata da una produzione troppo plasticosa e sintetica. Insomma, un grand'album, pieno zeppo di squisite improvvisazioni in scuola hard rock inglese, che riesce a riscattare le ultime deludenti prove discografiche. Vivamente consigliato.
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