Pur uscendo in contemporanea con la fresca ristampa del debutto "Love Parade", "Prism", nuova prova solista di Jeff Scott Soto, ha ben poco a che vedere stilisticamente con essa.
Se il primo album, prodotto verso la metà degli anni 90, era prettamente incentrato sul rock/funky e traeva spunto ed ispirazione dagli artisti più influenti del genere, ora "Prism" è un album totalmente inquadrabile nel settore aor/rock melodico.
Questa volta il cantante è andato senza mezzi termini alla riscoperta delle sue esperienze più legate al genere in questione.
In tal senso, suoi punti d'ispirazione imprescindibili, come da lui stesso più volte ammesso simpaticamente affermando "No Steve Perry, no Soto!!", sono sempre stati Journey e Boston, elementi facilmente riscontrabili in tutto l'arco di durata dell'album.
Non mancano anche accennati, fiochi retaggi compositivi al suo passato con Malmsteen ("Holdin' On"), agli Eyes ed ai Talisman (suo attuale progetto principale), ma totalmente svuotati delle caratteristiche inflessioni funk ("Eyes Of Love", "How Long") .
Unico excursus all'attitudine aor dell'album viene fornito nella parte mediana della scaletta dalla cover del funk di Sly And The Family Stone "I Want To Take You Higher", per l'occasione eseguita in duetto con Glenn Hughes.
Gran parte della scaletta è contraddistinta dalla presenza di ballads ottimamente composte da Jeff ed eseguite da uno stuolo di ospiti che s'alternano di volta in volta. Tra essi spiccano Alex Papa alla batteria, i chitarristi Gary Shutt (ex Slam, progetto di Soto dei primi anni 90, che non ha mai visto la luce discograficamente) e Howie Simon (Tamplin), Sam Isanogoud alle tastiere, Gary Shutt (Takara) al basso e chitarre.
"Prism" è un album che, per la sua alta qualità generale, è adattissimo sia ai fans di lunga data del cantante, sia ai cultori di rock melodico.
Non è dato sapere quali saranno le prossime scelte del cantante per i suoi futuri capitoli discografici da solista. Sta di fatto che con "Love Parade" e "Prism" ha dimostrato ulteriormente quanto sappia muoversi con disinvoltura sia come compositore/interprete funk, che di rock melodico inteso nella sua accezione più pura.
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