Da tempo non avevo avuto l'occasione di ascoltare dei Crowbar così in forma...oddio, "forma" per i Crowbar è un termine non proprio adeguato, visto che da sempre la band si basa su sonorità a dir poco sofferenti, pachidermiche e angosciose.
Ovviamente non è cambiato niente in questo aspetto, i Crowbar semplicemente seguendo le medesime coordinate hanno registrato un disco di altissima qualità, come a mio modo di vedere non accadeva dai tempi dei loro esordi.
Kirk Windstein offre una prova lacerante alla voce e l'opener "The Lasting Dose", altalenante nel suo incedere melodico e spossato, non è altro che il monumento dei Crowbar, una band sempre coerente, con le sue chitarre sature, i suoi ritmi ossessivi e malati.
A parte qualche episodio più spinto come "Awakening", che proprio sembra un risveglio da tanto torpore nel quale comunque i Crowbar si rigetteranno nel giro di pochi secondi, questo "Sonic Excess in its Purest Form" risulta una mazzata che ad essere sinceri sarà però apprezzata (in maniera entusiastica) solo dai fans della band o dagli amanti delle sonorità più cadenzate, con la sempiterna ombra dei Black Sabbath dietro le spalle, mentre al 90% risulterà una mattonata indigeribile per tutti gli altri.
Nonostante questo, anche nel 2001, mai come di questi tempi, il metal ha bisogno dei Crowbar.
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