"Never say die" recitava un vecchio album dei mitici Black Sabbath, ma è anche un motto ultimamente adottato da molte rock star dure a morire, artisticamente parlando, per i quali la parola fine non assume un significato plausibile, ed infatti quando la loro carriera sta per indirizzarsi verso un viaggio senza ritorno, ecco che ritornano più forti e più motivati di prima. Anche il buon vecchio Graham Bonnet faceva parte di questi desaparecidos di lusso, un vocalist che secondo l'opinione di chi vi parla, ha sicuramente scritto alcune delle più belle pagine della storia dell'hard rock mondiale contemporaneo affiancandosi di volta in volta ad alcuni dei più geniali artisti che il mondo dell'hard'n'heavy ricordi.e si, Graham Bonnet è ricordato sicuramente come il vocalist dei guitar hero per eccellenza, prestando la sua ugola ai Rainbow di "Down to the earth" della celeberrima "Since you've been gone", agli Alcatrazz del giovane Malmsteen prima, e dell'eclettico Vai dopo, del Micheal Shenker Group e con la band in studio del guitar hero Chris Impellitteri, senza parlare dei vari impegni di session man e partecipazioni varie. Ma Graham sarà ricordato anche come l'artista degli eccessi portati all'esasperazione, eccessi che ha sempre pagato sulla propria pelle e che lo hanno portato ad essere considerato come uno dei tanti talenti inespressi partoriti dal fantomatico music biz internazionale. Ma come dicevamo "never say die", e così il cantante australiano rosso crinito, è di nuovo fra noi e forte di un contratto che lo lega all'inglese Escape per ben due dischi, cerca, con pieni diritti e motivazioni varie, di sollevare dal trono i propri usurpatori. Per il ritorno in grande stile, l'etichetta albionica ha pensato bene di affiancargli una lista di ospiti di tutto rispetto come il drummer Kevin Valentine ex Barefoot Servants e Cinderella, il chitarrista Mario Parga dei Firefly, l'icona Tony Franklin ed altri ancora. Ascolto dopo ascolto, sembra veramente che il tempo non sia passato, e l'ugola d'oro del nostro caro amico Bonnet non ne risente minimamente mettendo a zittire tutti con una classe ed un'attitudine che solo i veri artisti di classe hanno, provate ad ascoltare il sinuoso hard rock di "Don't look down", o la vellutata "This day" e mi saprete dire. La cover beatlesiana di "OH darling" propone la strana accoppiata Bonnet/Slash, che naturalmente dona quel tocco blues al brano rendendolo alquanto personale e anche migliore rispetto all'originale, mentre la party song "Hey that's me" sprigiona energia e voglia di rockare da ogni solco. "Flying not falling" è un'aor cromato marcatamente americano con un testo assolutamente autobiografico che colpisce al cuore come un fendente, mentre "Models inc" è un'ottima hard rock song fra Bad Company e Free. quindi è proprio vero, a volte ritornano, e spero che questa volta sia la volta buona, in bocca al lupo Graham!!
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?