Avevo sentito in passato nominare questa band più per il fatto che ne facesse parte come chitarrista e band leader Thomas Wolf, esperto di karate in quel di Svezia e sparring partner di Dolph Lundgren, che per la proposta musicale in se' stessa....e questo mi lasciava mal presagire sull'effettiva qualità di questo "Reflections", quinta fatica in studio. Beh, di certo non posso dire di esser rimasto sconvolto in positivo dopo averlo ascoltato, ma è pur vero che l'album in questione non si rivela nemmeno un prodotto particolarmente scadente e ridicolo, tanto da ottenerne la nomination a sottobicchiere dell'anno. Trattasi di canonico metal neoclassico sulla scia di ciò già proposto da Malmsteen sin dagli eighties e seguito a ruota da una foltissima schiera di bands scandinave e non, che ne hanno nella quasi totalità dei casi riproposto pedissequamente le coordinate stilistiche. Gli Stormwind, appunto, non ne fanno eccezione. Alle vocals troviamo l'ex Candlemass e Brazen Abbott Thomas Vikstrom che si rivela uno dei punti positivi della line up, con buona prova canora ed discrete linee melodiche adattate alla musica.
Anche la resa sonora risulta buona, lasciando come punto debole predominante e non trascurabile la ben poca originalità che pervade il cd. Non mi riferisco solo al genere proposto, ma soprattutto al songwriting con brani e situazioni che sanno troppo di già sentito: troppi cliches, frequentissimi i casi in cui non si fatica ad intuire i passaggi in cui si svilupperà la song. Proprio per questo risulta superficiale citare brani particolari che possano rappresentare un album in cui, tra linee neoclassiche, sfide solistiche tra chitarra e keyboards, attacchi in doppia cassa e chorus epici, di sorprese proprio non se ne scorgono. Album consigliato esclusivamente ai sostenitori accaniti del genere.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?