Dopo tre lunghi anni di silenzio, tornano gli americani Skinlab, con il nuovo attesissimo album (almeno per il sottoscritto!), con il compito di colmare i cali di tensione ed il non sempre convincente songwriting che ‘Disembody: The New Flesh’ aveva in se. Beh, lasciatemi dire che Esquivel e soci riescono in pieno nell’obiettivo…’The Revolting Room’ è un album finalmente completo, dotato di un buon songwriting, carico di groove e di ottime partiture vocali, ora growl, ora screaming (quasi a sfiorare il Black Metal), ora pulite o effettate e che sarà sicuramente orientato ad ampliare la massa dei proseliti che seguono gli Skinlab stessi. Partendo dalla base della montagna, si può dire che tutto quello che è dietro alla musica, nel platter è pressoché perfetto…la produzione è stata affidata a Steve Evetts (già con Sepultura, Hatebreed e Snapcase); il missaggio è a cura di un certo Andy Sneap, che non ha certo problemi di presentazione; l’artwork è opera dell’oramai onnipresente su lavori targati Century Media, Travis Smith e la gestazione dell’album è stata lunga e complicata…analizzando la musica e la nuova pelle del combo americano, si può dire che le armi vincenti di ‘The Revolting Room’ sono la carica di groove che caratterizza ogni song, e il fattore fusione musicale…infatti il platter è caratterizzato da song ora di derivazione Hardcore mid-tempo, come in ‘Come Get It’ e dall’ottima ‘Purify’, song in cui spicca la grande melodia vocale e il grandioso riffing della coppia Snake/Telford, ora dal mood di derivazione slipknotiano, come nella rabbiosa ‘Slave The Way’ o in ‘Take As Need’, ora dal retrogusto street, come la bellissima ‘Anthem For A Fallen Star’, la calibrata ‘Jesus Cells’ (che letto suona come ‘Jesus Sells’…), song che più di tutte all’interno dell’album si avvicina allo status di ballad e la finale ‘One Of Us’, o ancora da qualche infiltrazione korniana in ‘Disturbing The Art Of Expression’ (song dal titolo strepitoso). Gli Skinlab sono tornati quindi, e ‘The Revolting Room’ è un lavoro pregno di interesse e senz’altro di elevata caratura, che aspetta solo di essere ascoltato…concedete a questi americani i vostri favori, potrebbero veramente soddisfarvi (musicalmente parlando, ovviamente!)
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