Niente di mirabolante questo platter…anche se la parola giusta che però mi sovviene è lavoro onesto, certamente non trascendentale, ma neanche così scarso…, per questi Massif, combo che deve avere i natali in Belgio o Olanda, visto i cognomi dei componenti (la bio non è pervenuta). La musica proposta è una fusione tra il metal di chiaro stampo Pantera (pur non essendo così aggressivi), soprattutto, ma non solo, per la caratteristica d’utilizzo vocale, di chiara derivazione Anselmoniana, sempre così compressa e con la classica attitudine Southern…una sorta di Zakk Wilde meets Anselmo, per capirci, quella che può essere considerata la old school of Metal, cioè la vena Black Sabbath, e quella che è la nuova scena Groovie americana, ovvero l’eredità Stoner applicata al nuovo millennio…quella capeggiata dagli splendidi e grandissimi Soil, che comunque rimangono un gradino, anzi due più in alto dei Massif stessi. Scendendo nel dettaglio, il problema più grosso per questo platter, dal titolo emblematico di ‘Grooveyard’, a mio avviso, è che se preso in un’unica dose, certamente prima di arrivare in fondo all’ascolto completo dei 45 minuti lo sbuffare e lo sbadigliare assale l’ascoltatore, ma che se preso in piccole dosi, può rilasciare uno strano ma piacevole retrogusto. Certo, il lavoro presentato dai Massif, come detto non è trascendentale, ed il consiglio che vi do e che se potete, andate direttamente alle band che sopra vi ho nominato, goderete certamente e sicuramente di più nell’ascolto globale e non, del cd.
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