Ambizioso ed affascinante progetto quello intrapreso da Tchort, personaggio che molti di voi ricorderanno negli Emperor, con I Green Carnation, bizzarra realtà musicale stilisticamente vicina agli Opeth ed ai Novembre più ispirati e variegata da una gamma d’ influenze veramente ampia, individuabile in un percorso che va dagli Opthalamia di “Via Dolorosa” al progressive anni ’70 più oscuro. Una sola lunghissima canzone, della durata di un intera ora, per tratteggiare un panorama sonoro affascinante e quasi ipnotico, arricchito da un imponente moltitudine di guest (interessante in questo senso la partecipazione del drummer dei Carpathian Forset A. Kobro) e da ben due cori, il primo composto da voci infantili ed il secondo da voci operistiche. Un’opera di sicuro fascino che certamente non può essere riassunta in poche parole; una piece di difficile ascolto, fedele specchio di un musicista maturo e creativo, completata da un artwork suggestivo ed elegante, mai come in questo caso adatto alla musica proposta. Un prodotto destinato a pochi sognatori, destinato ad essere snobbato dai più soprattutto a causa di una fruibilità decisamente ardua, ma ricco di poesia e di vera musica, quella che raramente è presente su numerosi dischi, prodotti da nomi ben più importanti, pubblicati ogni mese con criteri quasi da fabbrica di montaggio. Un plauso sincero, quindi, al coraggioso lavoro compiuto da Tchort, artista nel vero senso della parola.
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