Copertina 7

Info

Anno di uscita:2002
Durata:38 min.
Etichetta:Hammerheart
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. THE CROSSING
  2. HEL – GODDESS OF THE UNDERWORLD
  3. FRIGGA’S WEB
  4. LABYRINTH
  5. LITTLE LIGHT
  6. RAVEN NIGHT
  7. ALBION AUTUMN
  8. WHERE THE LONELY SOULS GO
  9. THE HOME THAT I WILL NEVER SEE
  10. THE SOUL OF A HOUND

Line up

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Terzo capitolo per i nordici Hagalaz’ Runedance, progetto incentrato sulla voce e sul songwriting della Signora Andrea Nebel Haugen, studiosa della spiritualità dell’antica Nord Europa, ricca di perduta saggezza e di valori Pagani. L’album si sviluppa attraverso cantici folk, che conducono l’ascoltatore attraverso un viaggio nel tempo, tra antichi misteri della vita e della morte, tra la nebbia che circonda la vita e l’aldilà, fino a cantare le connessioni tra dimenticate divinità Pagane, ovvero Hel, Signora del Mondo Sotterraneo, e Frigga, Patrona delle Donne e dei Bambini (non a caso il nome Hagalz rappresenta il lato misterioso della femminilità). A parte tutti i significati reconditi, la cosa magnifica di questo platter è l’utilizzo degli strumenti celtici che in tutto l’album non lesinano di creare atmosfere veramente pagane, fatte di vortici di passioni, ballate ancestrali, rituali magici e di tanta intensità, quasi a simulare un orgasmo mentale, ove la passione prende il sopravvento sulla razionalità e sull’equilibrio…arpe, lire, flauti, liuti, tamburi e percussioni e splendide cornamuse contornate da chitarre classiche e dimenticati strumenti a corde, compongono un terreno fertile ove la voce della bella Nebel, si erge per cantare alle nuvole ed al mare di leggende e di realtà, impercettibilmente ma inesorabilmente legate. Per chi ama questo tipo di sonorità, quale il sottoscritto, un album pressoché imperdibile, lontano nella musica, ma molto vicino nel cuore e nell’anima, al nostro, caro, vecchio, benamato Metal, inteso nel lato più ampio del termine…provate ad avvicinarvi senza remore ad Hagalaz’ Ruendance ed a questo Frigga’s Web, tornerete indietro nel tempo ai giorni ove le divinità camminavano sulla terra e le foreste ed il mare erano il centro della vita…un album che oserei dire perfetto anche sotto il profilo cinematografico…se vi dico Conan e le sue ambientazioni (tanto per citare uno dei movies più famosi del genere), vi viene in mente nulla? Album forse difficile, e forse non per tutti, ma Maledettamente Magico.
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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