Copertina 5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2005
Durata:42 min.
Etichetta:Metal Blade
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. INTRO
  2. A BREATH BENEATH
  3. NECROPOLIS
  4. FROM YOUR GRAVE
  5. HEAVEN ABLAZE
  6. SUMMONING THE DARKNESS
  7. SHATTERED
  8. I, DECEIVER
  9. MY RUIN
  10. SEVEN DEMONS

Line up

  • Patrick Pintavalle - Guitars
  • Jamie Stewart - Vocals
  • Jeramie Kling - Drums
  • Peter Joseph - Guitars
  • Nicholas Calaci - Bass

Voto medio utenti

Non ci siamo. Ennesimo disco proposto dalla Metal Blade che proprio non riesce a sollevarsi dalla marea di titoli mediocri, con costo bassissimo, proponenti una miscela più o meno assortita di black metal, death metal melodico e hardcore, l’ultima moda del momento nella quale sembra essere incappata anche la Century Media, caduta da qualche anno in una crisi creativa che pare irreversibile. Nel caso di questi floridiani The Absence, siamo di fronte all’ennesimo disco di death metal ultra melodico, estirpato dalle radici che furono degli In Flames, fuso alla bell’e meglio con tutti i vari elementi che hanno contribuito a fare il successo di un certo sound svedese, costituito da assoli di scuola classica, riffs thrashy e voce al limite dello scream black metal. Non una idea che sia particolare, non dico originale, ma che riesca ad elevarsi dal turbinio di note che escono da un lavoro come “From Your Grave”. Trascorsi i quarantadue minuti di durata, non c’è verso di distinguere una canzone da un’altra, se si eccettua il caso della title track, leggermente più varia ed identificabile dalle altre, e ogni nuova band figlia di questi anni sembra un asettico combo che segue il compitino alla perfezione ma senza trasporto ed idee. Il problema di questi anni sta nel fatto che le band sono tecnicamente preparatissime, ma in quanto a idee niente di niente, ed il tutto è aggravato dal fatto che non riescono nemmeno a copiare bene, dato che quanto proposto è molto lontano in termini di risultato dagli originali. Il tutto è amplificato dall’uscita di una marea di gruppi tutti uguali, come accennato in apertura di recensione, alimentato dall’ingordigia (e la voglia di sopravvivere) di molte labels che farebbero bene a far uscire 5 cd all’anno anziché 50.
Viene da rimpiangere i tempi in cui ci si lamentava perché una band geniale come i Tiamat non riusciva a far esplodere il proprio potenziale perché segata da una capacità tecnica imbarazzante… Null’altro da segnalare per questi The Absence, un gruppo come un altro che si perde nell’oceano del panorama metal mondiale e che nessuno ricorderà appena trascorso qualche altro mese.
Recensione a cura di Ignazio Groffini

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