"Let's hear ////d5Ance JAMZ,/ rhythms bouncing back and forth between late 70s NYC funk, latin percussion, a////nd 2004 electronics sounds.THE HOTTEST NEW SOUND FROM Ch-Ibiza-Cago!!!100% LIVE VOCALS!!!". Ecco cosa raccontano di loro I Mahjongg di Chicago. Al loro secondo lavoro, questa inestricabile combinazione di persone e suoni usa definirsi così: "Mahjong è una bar-band che ha avuto fondamentalmente fortuna." Come dargli torto?
Musicalmente questo lavoro è collocabile tra gli ultimi Liars ed i Public Image Ltd. Ovviamente solo per dare una vaga idea a chi sta leggendo.
Non è difficile regolarsi nel giudizio con certe band. Non è necessario essere virtuosi né particolarmente geniali, basta sapersi divertire, non darsi troppe arie e registrare pezzi incomprensibili. Ridondantemente cacofonici, volutamente confusionari e chiusi nell'incognito di nomi fittizi, sembrano rendere irriconoscibili anche i loro stessi brani dando loro sembianze e nomi improponibili. Quello che sembra restare in piedi -anche se con qualche discontinuità tra un pezzo e l'altro- sono qualche groovebeat sui quali è stata impostata la composizione dei brani. Quindi, batteria minimale, percussioni synth e chitarre scarnissime sono la vera essenza dei Mahjongg. Sicuramente per voi merdallari questo resterà un disco da bruciare, ma per chi ritiene di avere anche un po' cervello tra le due orecchie è auspicabile un ascolto prima del rogo.
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