Copertina 6

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2002
Durata:60 min.
Etichetta:Metal Blade
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. MADE FOR HER JESUS
  2. SHE NEVER NOTICED ME
  3. FANTASY FROM PAIN
  4. CHRIST, I FUCKING HATE YOU
  5. LUSTING FOR AFFECTION
  6. THE LAST FANTASY OF CHRIST
  7. I DIDN'T KILL HER
  8. GOD WAS CREATED
  9. I MUST NOT LIVE
  10. THE LORD'S WORK

Line up

Non disponibile

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Dopo un album auto-prodotto, gli statunitensi Vehemence arrivano al primo, vero, debutto discografico sotto le ali protettrici della Metal Blade. Musicalmente questo "God Was Created" trae ispirazione da quel death metal dei primi '90 alla Carcass, pur senza disdegnare sonorità alla Suffocation e sporadiche incursioni che quasi toccano il brutal più puro. "Made for her Jesus", opener del lavoro, mette subito in chiaro gli intenti della band, che liricamente non si allontana dagli standard e dai cliché del genere, ma che musicalmente riesce a combinare atmosfere disparate, pur senza perdere aggressività, passando da blitz nella velocità più sfrenata a tempi cadenzati decisamente doomy. Ancor più esplicita la seguente "She Never Noticed Me", in grado di alternare piano e chitarre acustiche a rapide e brutali accelerazioni, sorrette dall'imponente growl di Nathan Gearhart, che pecca qua è la come capacità espressiva, ma che si dimostra una buona macchina da guerra. Tecnicamente si tratta di un lavoro criticabile sotto ben pochi punti di vista: il lavoro alle asce di Chavez e Dannov risulta brillante e ben arrangiato, oltre che eseguito impeccabilmente. Quello che fa un po' discutere è l'uso dei trigger per le dinamiche della batteria, che sulle parti veloci e sulle rullate diventa legnosa e artificiale, spersonalizzando il lavoro di un drummer, Andy Schroeder, che è stato invece imponente e a tratti geniale. In "Christ, I Fucking Hate You", ad accompagnare alla voce il singer Gearhart ecco anche lo screaming feroce del bassista Kozuback, che ha dir la verità convince molto di più del growling cui è alternato. Fra gli episodi migliori è doveroso segnalare "Fantasy From Pain" e l'ottima title-track, mentre non si fanno particolarmente notare "The Last Fantasy of Christ", banalotta e poco convincente, e "Lusting for Affection". Alla lunga questo "God was Created" non brilla come dovrebbe, e dopo qualche ascolto comincia ad essere difficile arrivare alla fine. Si tratta, insomma, di un album che ha alti e bassi, che piace, certo, ma che non fa gridare al miracolo. Nulla di nuovo sotto il sole, ma solo un gradevole lavoro per i die-hard fans del death brutal metal senza compromessi.
Recensione a cura di Lorenzo 'Txt' Testa

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