Secondo album per questa one man band svedese, che prende il nome di Elvira Madigan. Le coordinate musicali su cui il mastermind Marcus Hammarström si muove, spaziano dal Black Metal all’Avant-Garde, prendendo molti elementi dal Folk Metal e qualche spunto dal Prog…ma la ciambella, ahimè, non è riuscita con il buco. Accompagnate da una produzione pessima (il rullante della batteria è solo riverbero, la cassa riempie senza aver attacco, i piatti sono estremamente fastidiosi tanto sono fini, le chitarre in ritmica sono pressoché inesistenti e quelle in solo hanno la stessa delicatezza di un lamento di una gatta in calore – veramente agghiaccianti - …l’unica nota positiva sono le keyboards che ben risultano sopra la piatta brodaglia di fondo) e da un missaggio quasi peggiore (la voce si sente pochissimo e tutto è bilanciato malissimo), le songs che compongono questo platter non hanno ne capo ne coda, risultando composizioni senza un filo logico e senza struttura di base, ove un fiacco songwriting sicuramente non riesce a bilanciare le gravi lacune già messe in evidenza. Un platter decisamente scarso sotto tutti i punti di vista…il voto che meriterebbe sarebbe inferiore di un punto, ma mi sento di premiare la cover, presa da un’opera del grande Royo.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?