Io conosco un tizio che ascolta solo i Kiss. Di tutte le formazioni rock/metal, di ogni epoca, di qualsiasi stile o genere, lui acolta solo i Kiss. Gente così ne esiste, poca ma ne esiste. Chi è fissato con i Kiss, chi con gli Iron Maiden, chi con altro ancora. Amo definirli “completisti”. Loro possiedono ogni cosa sia stata pubblicata nella storia sotto il moniker prediletto, ogni album, ogni singolo, ogni bootleg, perfino i pupazzi con le sembianze dei musicisti della band. Conoscono a memoria tutte le canzoni, i testi, ogni singola nota, al massimo si concedono a qualche progetto parallelo riconducibile al gruppo del cuore, ma guai a proporre loro qualcosa di diverso, esiste solo una formazione ed il resto è muffa.
Quando al tizio ho detto che mi era arrivato un tributo ai Kiss gli si sono illuminati gli occhi, gocce di saliva hanno iniziato a colare dagli angoli della bocca, un tremito irrefrenabile ha scosso le sue mani.
Quando gli ho spiegato di cosa si trattava, con un moto di delusione il suo commento è stato: “Ma con tutti i dischi che c’erano, proprio quello dovevano scegliere?”.
Episodio assolutamente vero.
Infatti si tratta di un tributo particolare, che ha come obiettivo un solo album del mitico quartetto Statunitense: “Unmasked”. Le cover si riferiscono unicamente al lavoro del 1980 ed è perfino stata riprodotta l’esatta scaletta di canzoni. Qui apro una piccola parentesi, nel foglio d’accompagnamento che presenta la songlist sono state dimenticate soltanto (!) due canzoni: l’ottava che è “She’s so European” e la sedicesima “Talk to me”.
Se a qualche collega occorre l’ordine giusto dei brani consulti pure il mio, ricostruito esattamente.
Quando m’imbatto nell’approssimazione non ne sono felice, ma i veri problemi sono altri. “Unmasked” non è uno dei lavori meglio riusciti dei Kiss e nemmeno dei più famosi, al di là della ballatona pop-commerciale “Shandi” troviamo alcuni rock discreti come “Naked city” e “Easy as it seems”, infatti coverizzati entrambi due volte, e ben poco d’altro.
Anche tra i gruppi coinvolti nell’operazione non vedo nomi di particolare attrattiva. Insieme agli Shameless, dei quali ho recentemente recensito un discreto live, una manciata di sigle bizzarre come The Genius Sect, Na$h, Tykoon, che nascondono prevalentemente musicisti dell’area glam/street reclutati dalla Rsr Music, etichetta fondata da Alexx Michael, leader degli Shameless. Insomma il solito disco realizzato per divertimento dalla cricca di amici.
Una dura versione di “Naked city” dei Na$h (con membri dei Biohazard), una elettronica e stravagante di “Two sides of the coin”, una “She’s so European” che profuma di anni settanta ma della quale ignoro gli autori, ed un’altra “Naked city” stavolta dolcissima e pianistica ad opera di Oliver Monroe, gli episodi più particolari e per questo maggiormente interessanti. Per il resto ordinaria amministrazione di livello piuttosto basso.
Non posso evitare di dire che si tratta di un tributo sostanzialmente inutile, più divertente per i suonatori che per gli ascoltatori, che farà perfino fatica ad interessare il mio conoscente “completista” dei Kiss.
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