Se penso al numero di tributi che mi sono passati tra le mani nella mia ancor fresca presenza in Metal.it/EUTK e calcolo che gli altri membri dello staff ne avranno visti altrettanti (se non di più..), mi domando se esista ancora nel mondo un gruppo o un musicista che non abbia ancora goduto dell’onore di un tributo a lui dedicato.
Ho l’impressione che sia diventato un circolo vizioso: “io faccio le cover dei tuoi brani, poi tu le fai a me e magari insieme facciamo quelli di tizio…”.
Poco tempo fa avevo recensito un live di Uli Jon Roth nel quale il chitarrista si esibiva in brani dei Cream e di Hendrix, ora sono altri musicisti ad eseguire pezzi scritti da lui, così la catena non corre il rischio di spezzarsi.
Detto questo, l’album nasce da un iniziativa di Lars Eric Mattsson, talentuoso axeman finlandese, che ha raggruppato amici del giro Lion Music per coverizzare il materiale di Roth, sia della sua permanenza negli Scorpions che della carriera solista.
Superfluo dire che ci troviamo di fronte ad una vera orgia tecnico-chitarristica che si rivolge in modo deciso agli appassionati dell’artista germanico ed agli impallinati della sei corde, lasciando secondo me piuttosto indifferenti tutti gli altri.
Ottime prestazioni strumentistiche ed impegno dignitoso, anche se le canzoni non sono poi così popolari tranne forse “Pictured life” e “Polar nights”, per il resto vale il discorso fatto in altre occasioni: in questi tributi non si capisce mai se si divertono più i suonatori a farli o la gente ad ascoltarli.
Comunque se impazzite per il vecchio Roth o provate orgasmi ad ogni assolo ipertecnico e funambolico, un pensiero al disco potete farlo.
Il voto, ovviamente, è il solito “sei da tributo” come stabilito.
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