Se ne è parlato molto di "Days Of Rising Doom", anche da Marzullo, quando il noto presentatore nottambulo ha chiesto ai due ex Heavens Gate, Sascha Paeth e Robert Hunecke-Rizzo:
"...ma il Metal avrebbe potuto sopravvivere senza il progetto Aina?" Al che, abbozzando un sorriso, Sascha si è rivolto alla telecamere con un sorprendente "Si!!".
E se lo dicono loro, perché dovrei essere io a negarlo?
"Days Of Rising Doom" è effettivamente un album che si poteva anche evitare di realizzare, ma ora, dopo la sua uscita, è altrettanto inevitabile doverci mettere le mani sopra. Nato da un soggetto di Amanda Somerville, per l'effettiva realizzazione sono intervenuti Robert Hunecke-Rizzo e Sascha Paeth, che hanno coinvolto un sacco di musicisti più o meno famosi, ma tutti sicuramente all'altezza. La confezione limitata racchiude nel lussuoso libretto ben due CD audio ed un DVD, anche se in realtà l'ossatura della storia è raccolta sul primo CD, composto da quindici canzoni. La musica proposta è una riuscita fusione di Heavy Metal, Hard Rock, grandi orchestrazioni, cori suntuosi e fluenti linee melodiche, beh... giusto per rimanere in campo Fantasy azzarderei un Metal Elfico. Dopo l'intro incappiamo subito in due grandi interpreti: Kiske e Damian Wilson, impegnati su "Revelations". Ancora Kiske nella seguente "Silver Maiden", dove si ritaglia uno spazio maggiore ed è autore di una grande prova. Più cattiva "Flight Of Torek" perlomeno nei paraggi di Sammet e Rettke, mentre quando tocca a Glenn Hughes è l'Hard di classe a farla da padrone. Sarà poi per il predominio alla voce da parte di Rettke, ma "Naschtok Is Born", "Son Of Sorvahr" ed ancor più "The Beast Within" hanno molto degli Heavens Gate. Questa sensazione è più sfumata nella maestosa "The Siege Of Aina", dove si moltiplicano le apparizioni vocali. Inizialmente sembrerebbe poi di ascoltare i Pink Floyd, invece si tratta di "Talon's Last Hope", dove duettano Hughes e Matos. Bravissima Candice Night alle prese con le delicata "Rape Of Oria". Ancora livelli elevati con "Serendipity" grazie anche ad un grandissimo Kiske, sebbene non faccia nemmeno un acuto. Sono delle atmosfere orientali a formare la struttura su cui si regge "Lalae Amer". Decisamente più elettriche quelle di "Rebellion", cantata da Glenn Hughes e con un improbabile Sammet alle backing vocals. "Oriana's Wrath" non scorre come dovrebbe e nonostante l'uso massiccio di cori manca di quella componente epica che il "momento" necessiterebbe. La storia si conclude - per ora - con la sinuosa "Restoration", dove riappare Kiske. Il secondo CD ci propone le versioni alternative di alcuni pezzi e la narrazione della storia, mentre sul DVD troviamo il video (solo carino, nulla più) di "The Beast Within", la Story Board ed un divertente "Making of..." di Aina. Se è impossibile analizzare tutti i dettagli di questa rock opera, non è da meno riassumere in poche righe la storia su cui è costruita. Si tratta evidentemente di una storia Fantasy, ambientata nel regno di Aina, e ad occhio e croce la "solita" lotta tra il bene ed il male. Da sottolineare che Amanda oltre a raccontare la storia ha inventato anche un linguaggio per il regno di Aina, una lingua con cui i cantanti si sono dovuti confrontare sopratutto a livello dei cori.
Chiudo la recensione con il lungo elenco dei musicisti che hanno preso parte a questa rock opera a fianco dei padrini Sascha Paeth, Robert Hunecke-Rizzo e Amanda Somerville. Spero di non averne perso nessuno per strada. Pariamo dai cantanti: Glenn Hughes, Michael Kiske, Tobias Sammet, Andre Matos, Damian Wilson, Thomas Rettke, Olaf Hayer, Cinzia Rizzo, Rannveig Sif Sigurdardottir, Candice Night, Sass Jordan, Marko Hietala, Simone Simons, Oliver Hartmann e Sebastian Thomson. Ecco invece gli strumentisti, Miro, Erik Norlander, Thomas Youngblood, Derek Sherinian, Jens Johansson, Herbie Langhans, Olaf Reitmeier, Axel Naschke Emppu Vuorinen e T.M. Stevens.
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