Sono rimasto veramente sorpreso dall'ascolto di "The blue album", ristampa europea di un lavoro già pubblicato in Giappone nel 2002, ad opera di questo polistrumentista olandese. Devo confessare che non conoscevo molto dell'attività di Aldous Byron Valensia Clarkson (questo è il suo nome completo), se non marginalmente per alcune notizie piuttosto vaghe e per l'aver realizzato esclusivamente per il mercato giapponese l'ennesimo tribute album dedicato ai Queen. In realtà Valensia ha al suo attivo una decina, tra album completi e mini, (due dei quali realizzati in collaborazione con Robby Valentine), quasi tutti editi solo per la terra del sol levante o la natia Olanda, mercati dove ha ottenuto grande successo. Pare addirittura che attorno alla figura di questo ex bambino prodigio, al quale già all'età di otto anni (?!?) fu offerta l'opportunità di un record deal in Spagna, sia circolata per qualche tempo la voce che si trattasse di una popstar generata al computer e non un essere umano in carne, ossa e talento. Tornando alla musica, i Queen sono sicuramente un'influenza primaria di questa one-man band, ma non solo: anche Kate Bush, il pomp americano, un pizzico di prog e il pop danzereccio anni '80, risultano essere presenti nel sound di questo album, a formare un mix veramente particolare, sul quale si stagliano le perfette armonizzazioni vocali di Valensia. "Mayte", brano che apre il disco è veramente interessante; incedere sinfonico e magniloquente, con una prestazione vocale di alto livello - il problema è che dopo una traccia di questo tipo ti aspetteresti di tutto tranne che "Hello pianist" dall'andamento reggae "elettronico" con un riff di tastiera che imita la tromba abbastanza destabilizzante (almeno al primo impatto): bisognerà abituarsi perché nel corso del disco queste dicotomie si riveleranno piuttosto frequenti!! "Inshallah", sembra a tratti un' outake dei Queen con il musicista olandese veramente perfetto nella riproposizione dello stile caratteristico del grande Freddy Mercury, capace di volare altissimo, ma anche di inasprire i toni della sua voce, il tutto con andamento marziale ed orchestrale. "Alyssa" (dedicata alla figlia) è una splendida ballad che ricorda, per l'uso della voce, la già citata Kate Bush; ma le sorprese non sono finite: con "Life is a killer" piombiamo direttamente nella simil-dance anni '80 che rese famose band come gli Wham (ehi … fermi non scappate!!) con tanto di tastierina tipica, mentre in "Perplexed" sembra di ascoltare i Duran Duran con un vocalist migliore e "A night in Spain" ricorda quasi l'incedere del tango (?!?)… "Bonen hood" è un'improbabile jam sinfonica tra Queen e Miss Bush il tutto condito da una buona dose di follia, mentre "Burying heather" (bonus per l'edizione europea) è un'ottima track molto Beatlesiana, sostenuta da un gradevole arrangiamento di archi e "Valensian jazz" è un altro brano degno di nota caratterizzato da un falsetto molto ispirato. "The blue album" non è, come avrete capito, un disco dall'ascolto molto facile, ma che grazie alle doti vocali di Valensia e a una notevole orecchiabilità di base, potrà piacere ai fans del suono più melodico, che non disdegnino però anche sonorità più "estemporanee". Si tratta di un lavoro completamente avulso dalle regole del mercato discografico, che, anche negli episodi maggiormente poppy, dimostra una classe non comune. La resa sonora è forse un po' troppo "sintetica" visto il grande uso di strumentazione elettronica. Consiglio a tutti i potenziali acquirenti di, possibilmente, dare un ascolto preventivo a questo cd, per evitare di trovarsi, vista la singolarità del prodotto, alle prese con un costoso sottovaso… e come dice un famoso slogan pubblicitario… per molti ma non per tutti!!!
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