Ero rimasto piacevolmente colpito dal chitarrista belga Dushan Petrossi e i suoi Iron Mask, ora lo ritrovo in un contesto simile ma ancora superiore sia come produzione che come idee.
Un album ben realizzato come non sentivo da parecchi anni anche se ormai sento power metal e neoclassico un po' ovunque, è difficile trovare anche la qualità nella quantità. Questo lavoro ha anche la qualità.
Dushan a tratti è veramente molto simile a Malmsteen, ma non come potrebbe essere un Joe Stump che copia Malmsteen, qui è qualcosa di innato e più profondo, di naturale, come Jorn Lande con David Coverdale, senza forzare troppo.
I musicisti che lo aiutano sono all'altezza della situazione, partendo dal vocalist Leclerq fino al batterista che è un vero fulmine con la doppia cassa. I brani si susseguono sciolti e senza annoiare con intermezzi decisamente più pesanti di quello che ci si potrebbe aspettare dal genere musicale. Presente il grande Oliver Hartmann come special guest che da sicuramente un tocco caratteristico ai brani dove canta.
La canzone "Metallic Tragedy" è anche un vero concept con personaggi interpretati da cantanti lirici, metal e death, una cosa un po' particolare ma sicuramente molto piacevole da ascoltare. Un album un po' differente dalla solita gara di note iperveloci alla quale ci hanno abituato i guitar-heroes in questo ultimo periodo.
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