Copertina 8

Info

Anno di uscita:2002
Durata:47 min.
Etichetta:Nuclear Blast
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. VIOLATOR
  2. THE RECYCLER
  3. MACHINERY
  4. SYNTHETIC
  5. DISILLUSION
  6. VIRUS
  7. RESURRECTION
  8. DISEASE
  9. DYNAMO
  10. THE LAST ACT
  11. BIOMECHANOID

Line up

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Thrash / Death metal suonato in modo moderno, con una produzione davvero esemplare e testi futuristici e dominati da tematiche quali scienza odierna e biotecnologia? Tutto questo è magistralmente riassunto in Machinery, la nuova fatica dei No Return, perla della scena metal francese sin dal loro primo album “Psycological Torment” nel lontano 1991. Dunque esperienza, tecnica e passione, tutti gli ingredienti per fare quel salto di qualità e notorietà che spero riesca loro davvero, anche perché lo meriterebbero decisamente. Etichettato dalla stessa Nuclear Blast come thrash metal per le forti influenze di scuola americana e della Bay Area in particolare, potrebbero sicuramente essere considerati più vicini al death, a causa dell’aggressività di molte ritmiche e alla voce di Steve Petit, decisamente growl. Lasciando da parte la mera classificazione del genere proposto, ci troviamo davanti ad uno dei migliori album usciti in questa prima parte del 2002. Come accennato precedentemente, la caratteristica che più impreziosisce “Machinery” è una perfetta fusione tra musica, concetti ed immagini, che scorre in modo fluido e continuo da secondo in secondo, da riff a riff, da brano a brano, senza alcun tipo di cali qualitativi o di imperfezioni. L’utilizzo di samples potrebbe far storcere a molti, ma ascoltate prima di giudicare: i campionamenti, sempre ben curati e distribuiti, non fanno altro che contribuire alla creazione di un’atmosfera tecnologica senza assolutamente snaturare il suono e senza essere esasperanti (nda. E se lo dico io che solitamente non amo questo tipo di cose…). Da gustare con particolare attenzione è poi la cover di Secret Face dei Death, una sorta di tributo per salutare la dipartita di Evil Chuck, rivisitata però con il sound tipico dei No Return ed ottimamente suonata.
Insomma, un album impedibile per tutti gli amanti della Bay Area e del thrash in generale, vi stupirà sicuramente.
Recensione a cura di Luca 'Lukus' Minieri

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