Copertina 7,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2002
Durata:47 min.
Etichetta:Underground Symphony
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. QUEST FOR IMMORTALITY
  2. VOICE OF THE GODS
  3. SUN'S TEMPLE
  4. STARCHILD
  5. THE WAIT (INSTRUMENTAL)
  6. THE NIGHT OF THE VAMPIRE
  7. EARTHQUAKE (INSTRUMENTAL)
  8. NOBLE SWORD
  9. THE DAMNED SHIP

Line up

  • Alessio Garavello: vocals
  • Andrea Martongelli: guitars
  • Matteo Ballottari: guitars
  • Matteo Galbier: bass
  • Alessio Turrini: drums

Voto medio utenti

Gli italianissimi Arthemis stanno ricevendo all'estero le attenzioni che meritano già da qualche tempo, da quando un anno fa "The Damned Ship" è stato realizzato nel Sol Levante dalla Avalon/Marquee. Il motivo di tanto successo è sicuramente legato al genere proposto dai 5 ragazzi, che fanno immediatamente venire in mente gli Helloween ed anche gli Stratovarius. Altro fattore che ha sicuramente avuto un peso nell'attirare i favori dei Metalhead nipponici (ma non solo!!) è stata sicuramente la voce di Alessio Garavello, veramente bravo, come dimostra ampiamente ad esempio su "Voice of the Gods". Con un vocalist di tale portata gli Arthemis non hanno difficoltà a reggere "scomodi" paragoni, ma non è corretto dare tutti i meriti solo ad Alessio. "The Damned Ship" è uno dei migliori album che ho ascoltato negli ultimi tempi, zeppo di belle canzoni, una produzione (ottenuta al New Sin Studio) perfetta: una bella dose di Power Speed Metal, potente e d'impatto. Subito ritmi veloci con "Quest for Immortality", brano che sembra pendere più sul versante Stratavarius, fino a quando non viene "resuscitato" Michael Kiske. Si bissa con "Voice of the Gods", e qui mi sembra giusto portare l'attenzione sul lavoro dei due chitarristi Andrea Martongelli e Matteo Ballottari, certo che è poi nuovamente il refrain a catalizzare l'attenzione! Non che il bassista ed il batterista (quest'ultimo ha però da poco abbandonato il gruppo) siano da meno, dato che non perdono un colpo, e visti i ritmi veloci dei brani non mi sembra cosa da poco. Si rallenta solo con il primo dei due strumentale presenti, "The Wait" che con un pianoforte ci introduce a "The Night of the Vampire", dove gli Arthemis mostrano di potersi distinguere con un sound più personale, ben articolando e strutturando il pezzo, che infine si chiude sulle note del piano dell'ospite Nicola Quaglia. Tocca quindi al secondo strumentale "Earthquake", con i chitarristi a cercare (ed ottenere!) gloria sul campo di battaglia del Metal neoclassico. Bravi, ma secondo me i due si superano sull'epica "Noble Sword", con un azzeccato riff iniziale e nei break solisti. Trova ancora spazio la titletrack, dove riaffiorano possibili accostamenti ad Helloween ed Edguy, qui sottolineati dalle melodie vocali dei cori e del refrain. Un brano che chiude egregiamente un ottimo disco!
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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