Ormai ci hanno abituati ai ritardi: è successo per il box-set "Forever live", per il dvd "Subterranea live" e cosi' è stato anche per questo "IQ20" (registrato al Mean Fiddler di Londra il 15/12/2001),ma ancora una volta l'attesa è stata premiata, perciò bando alle ciance. Si parte subito con l'inconfondibile intro di tastiere di Orford per "Awake and nervous" (roba da far svegliare anche i moribondi, un brano che funziona benissimo sia all'inizio che alla fine di un concerto degli IQ) seguito dal riff di chitarra di Holmes, Nicholls fa il suo ingresso sul palco con il make-up facciale (che manterrà per tutto il set), la resa audio è strepitosa (le opzioni sono stereo o surround 5:1) così come le riprese, che, mediante l'uso dello splitting screen riescono ad inquadrare bene
anche gli altri membri (c'è una camera puntata ai piedi del drummer Cook, e come extra nel dvd 2 si può vedere un brano ripreso da li), il pubblico è più numeroso e meno "statico" di quello che si è visto nel febbraio 2002 a Trezzo d'Adda (unica data italiana del tour e, data la scarsa affluenza, forse ultima speranza di rivedere la band dalle nostre parti). "Erosion" e "The 7th house" rendono molto più dal vivo che in studio (merito anche del sapiente gioco di luci e del pathos creato sul palco da Nicholls), mentre il riuscito mix interamente strumentale "State of mine/Leap of faith" trova conclusione nell'esecuzione completa della dolcissima "Came down" (tratta da "Ever"). La suite "Narrow margin" ("Subterranea") è proposta solo nella sua parte centrale, non perdendo affatto di fascino e splendore, mentre del periodo con P. Menel si sceglie "Human nature" (da "Nomzamo"), brano che ormai Nicholls è riuscito a far completamente suo dal punto di vista vocale e per il quale si aggiunge sul palco il sax di Tony Wright (presente anche in "Capricorn"). Un altro tuffo nel passato con "Just changing hands", che a distanza di 20 anni non perde il
confronto con la versione live già ammirata nel vhs "Living proof" (dove Nicholls sfoggiava una capigliatura più folta ed un chiodo in pelle rossa), anzi viene cambiata nel finale da un solo più lungo di Holmes, poi è la volta di "Guiding light" (da "7th house"), cantata sempre in modo incantevole ed affascinante e con una lunga parte strumentale centrale. Prima di introdurre il brano successivo, Nicholls ricorda i 10 anni di militanza nel gruppo di John Jowitt, che subentrò al basso al posto dell'uscente Tim Esau, ed è proprio quest'ultimo che fa il suo ingresso sul palco tra gli applausi e i saluti di rito, il pezzo che segue è uno dei brani più belli e suggestivi tratti da "The wake" che da molto tempo non veniva eseguito dal vivo: "Headlong", e di colpo è come essere catapultati negli anni d'oro del new prog inglese, un'esecuzione molto intensa e perfetta, ma ecco il momento atteso da tutti i presenti. Esau cede di nuovo il posto a Jowitt, e Nicholls annuncia la suite che, assieme a "Grendel" dei Marillion e "The collector" dei Twelfth Night", è entrata di diritto nella storia del new prog: "The last human gateway".
Eseguita nella sua totalità (in "forever live" c'è solo un estratto della parte centrale, scelto da Nicholls come omaggio alla prematura scomparsa del suo grande amico Geoff Mann, genio incompreso ed ex-leader dei Twelfth Night, mentre in altri tours la scelta era ricaduta su un altro brano lungo presente nel mini lp "Tales from the lush attic", "The enemy smacks"), questa suite è ancora oggi la testimonianza più completa di quanto già 20 anni fa gli IQ fossero capaci di contribuire senza troppe imitazioni o plagi ad una rinascita dell'interesse verso il prog (mentre più o meno nello stesso periodo i Marillion venivano accusati di aver copiato in tutto e per tutto un passaggio di "Supper's ready" dei Genesis in "Grendel"). "The silent groan, God only knows, I stand alone - "With no escape in mind I'll be resigned, inside alone, I know for sure, the future's all gone", nelle parole e nei gesti di Nicholls, nell'atmosfera creata dalla band c'è lamento, sfiducia, rabbia, solitudine, disperazione e anche un po' di speranza, mentre si prepara implacabile il gran finale da standing ovation condotto da un incontenibile Holmes, aiutato dall'inconfondibile refrain di tastiere di Orford che già aveva marchiato a fuoco le note iniziali del brano.
Scorrono i titoli di coda, ma io sono già pronto ad inserire il dvd 2. Encores: sul palco volano palloncini, ed un Orford più elettronico e sintetizzato che mai attacca "Subterranea", Jowitt ed il suo basso pulsante seguono a ruota, nel finale c'è il ritorno del sax di Wright, poi un intermezzo in stile reggae che serve a Nicholls per presentare la band (ed ognuno si esibisce in un mini solo), poi una cover degli Wings (gruppo di Paul Mc Cartney), "Jet" e un brano chiamato "Crazy horses", intanto l'atmosfera sul palco si fa sempre più scherzosa (siamo sotto natale), Tim Esau fa il suo rientro al basso e si chiude con "The wake", durante la quale Jowitt indossa un cappello da Babbo natale ed incita scherzosamente la folla, Orford si rimette il parruccone che aveva già usato per il set dei "The lens", un membro del crew viene invitato da Nicholls a cantare (con risultati disastrosi ma divertenti), applausi, risate e l'augurio di "Happy Christmas 2001".
Bonus ed extra vari: un set di circa 20 minuti dei "The lens", band strumentale formata nell'81 da Holmes ed Orford ai quali si aggiunse poi Esau (e dal cui scioglimento nacquero gli IQ), i 4 salgono sul palco prima del set degli IQ e si fa ben poca fatica a capire chi si cela dietro a baffi e parrucconi finti, alcuni passaggi di questi brani (il più evidente lo si troverà poi in "Widows peak", tratta da "The wake") verranno poi sviluppati per trovare posto nella musica degli IQ, poi un documentario filmato durante il tour (ci sono anche immagini dell'arrivo a Trezzo d'Adda e di alcune fasi in cui si monta il palco) con vari soundcheck ed un simpatico fuori programma dove i 5 si divertono a suonare soffiando sui colli di bottiglie di birra, uno strepitoso e divertentissimo medley (registrato nel tour 2004 in Olanda, ma già presente al Progfest di Vigevano nel 1998) che include "Mamma mia" (Abba)e "Out of nowhere" (tratto da "Ever"), la già citata "Cookie cam" che inquadra il batterista, una scelta tra 3 diversi tipi di "Intro" e spiritosissimi "outro" destinati a scorrere sullo schermo a fine concerto (dove si pubblicizza ironicamente una linea di stivali in stile glam, delle mutandine e reggiseni marchiati IQ), e per finire una Photo gallery di immagini vecchie e nuove con in sottofondo una versione inedita di "Capricorn".
Se non lo trovate (ma credo che a presto lo distribuirà Inside Out), ordinatelo al sito www.gep.co.uk/iq sarà lo stesso Orford ad occuparsi di spedirvelo. Sperando che almeno siate in possesso del dvd dei marillion "Recital of the script" in modo da soddisfare la fame di prog in attesa di questo acquisto che già solo per "Last human gateway" vale ampiamente i soldi spesi.
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?