Ecco i
Drakkar al loro terzo appuntamento discografico, "Razorblade God", e subito la copertina prende le distanze da quelle epiche dei precedenti dischi, proponendoci un'immagine più cruenta e fantascientifica (infatti è ispirata alla fortunata saga di "Hyperion" scritta da Dan Simmons). Ma le novità non si fermano alla parte grafica, perché la formazione, dopo essersi rinnovata per 3/5 con l'ingresso di Davide Dell’Orto, Daniele Persoglio e Corrado Solarino che si sono affiancati ai membri originari Dario Beretta e Christian Fiorani, ha dato anche una vigorosa sterzata alla propria musica. "Razorblade God", titletrack posta in apertura, lo dimostra esplicitamente, distaccandosi dal passato del gruppo, riff e ritmiche spiccatamente thrash e su tutto il cantato aggressivo di Davide. Qui è davvero difficile riconoscere i vecchi Drakkar, direi che il passato riemerge con maggior evidenza su "To the Future", dove un coro helloweeniano si accompagna a parti che ricordano i vecchi Annihilator (sottolineate dalla chitarra di Dario), e su un altro dei pezzi più belli del CD: la delicata ballad "Galadriel's song" ...ed anche i Drakkar si sono fatti incantare dal potere dell'anello!. Si tratta dell'unica escursione nella Fantasy, poiché la maggior parte dei pezzi sono ispirate dalla Fantascienza, come ad esempio "Man and Machine" e l'ottima "The Matrix", un pezzo potente e cadenzato, ma anche dal mondo dei Manga ("Lo Shan Shen Long Pa"). Si riferisce chiaramente a tutt'altro "Inferno" dove la mia attenzione è catalizzata dalla parte narrata, con la declamazione di alcuni versi della dantesca "Divina Commedia". Complimenti ancora a Davide, che si piazza tra il più ispirato Harry "The Tyrant" Conklin e Rob Halford, ma qui si eleva su tutti la prestazione di Corrado, che con le sue tastiere "retrò" è un'altra piacevole sorpresa dei "nuovi" Drakkar, quella che bilancia con la melodia ed il suo tocco Hard Rock l'aggressività sprigionata dai Drakkar su questo album. I cinque riescono anche a non sfigurare nei confronti di un gruppo storico come i Magnum dei quali riprendono "Kingdom of Madness" in una bellissima versione che chiude anche l'album. Beh, a dire il vero sul dischetto trova spazio anche il video di "To the Future" che nonostante i "limiti" con cui è stato realizzato, si rivela ben fatto e per nulla pacchiano. " Razorblade God" è un album coraggioso dove i Drakkar non hanno avuto paura di dare spazio alle novità ed alle varie personalità che compongono il gruppo, aprendosi a nuove frontiere "... là dove nessuno è mai giunto prima...!".
Uhm, scherzo, ma non ho citato Star Trek a caso, volevo rimproverare Dario per avermi illuso con "The Next Generation": nessuna attinenza a Picard e alla sua Enterprise, dato che fa riferimento all’ingegneria genetica. Avrei dovuto togliergli mezzo voto solo per questo!
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