Marko Pavic ha le idee chiare. Sa esattamente qual'è il sound che ama e non accetta compromessi. Il suo debut album "Taste some liberty" trasuda hard-rock anni '80 (e un po' '70) da ogni traccia. Rainbow, Deep Purple, Whitesnake e un po' Europe...il tutto shakerato con sapienza da un tocco personale notevole. I suoi assoli di chitarra non sono mai invadenti, ma sanno dare il giusto
sound alle canzoni. All'altezza della situazione anche la band che lo accompagna formata da Chris Catena alla voce (un altro personaggio che ha già dato modo di capire che ama l'hard-rock old style!), Aleks Ferrara al basso, Lorenzo Antonelli alle tastiere e il noto e sempre precisissimo Daniel Flores alla batteria. Anche gli ospiti sono ovviamente all'altezza della situazione a partire dall'ex-Europe (ora K2) Kee Marcello, per passare all'ex-basso dei Whitesnake e Blue Murder Tony Franklin, senza dimenticare Vitalij Kuprij (il virtuoso delle tastiere noto per i trascorsi con Ring Of Fire e attualmente in forza negli Artension), Vivien Lalu (Lalu), Chris Heaven (Edge Of Time) e molti altri. Si parte alla grande con Restless Soul per passare alla convincente e molto radiofonica "Summer of '98" (dove si fa sentire il buon vecchio Kee Marcello) e "Don't give up on your dreams" mentre "Convicted" odora di Rainbow/Deep Purple....e molto! Ed è un profumo che piace parecchio! Non trovo un punto debole nell'album che è ben prodotto e ben suonato a partire da Restless Soul per finire con la cover dei Rainbow (periodo Joe Lynn Turner) "Death Alley Driver". Il pezzo che comunque attrae di più la nostra attenzione, forse perchè sono un romantico è la ballad "Sail with me" sia per l'interpretazione che per il sentito assolo di chitarra. Per il genere proposto avremmo visto di più un cantante alla David Coverdale, ma a parte Jorn Lande non so chi avrebbe potuto raccoglierne l'eredità. Catena ha comunque fatto un ottimo lavoro anche se con uno stile diverso e meno blues/sofferto. Speriamo che il debut di Pavic sia solo un primo assaggio di una lunga discografia...un album che se non va messo accanto ai classici degli anni ‘70 e ‘80, beh...non ci va tanto lontano!
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