Un disco sparato a mille questo ‘Sweet Misery’, una dozzina di tracks assassine e senza alcun cedimento che pagano immancabilmente dazio a Bad Religion, Rancid e Circle Jerks per la velocità d’esecuzione, le lyrics (un misto di politica sociale e street story), gli arrangiamenti scarni e la cultura del “no-compromise” a tutti i costi. I Born To Lose ci guidano nel loro personalissimo assalto ai nostri padiglioni auricolari miscelado chorus sing-along, voce corrosiva e una serie interminabile di guitar licks da competizione con l’intenzione di tirare a lucido il concetto di punk rock. I texani (esattamente di Austin) possono essere indifferentemente considerati “Street Punk” oppure “Pub Punk”, fatto è che l’elemento distintivo di questo quintetto deriva da una sconsiderata ammirazione verso formazioni hard come AC/DC che trova il fondamento principe nell’ innegabile ottimo lavoro delle due chitarre, le quali sciorinano assoli su assoli come novelli Angus Young. Purtroppo per loro rimane piuttosto convenzionale la varietà dei pezzi: spesso simili, sicuramente ripetitivi in diversi frangenti, alcune volte persino noiosi. Apprezziamo lo sforzo di sdoganare presso un pubblico che non sia solamente quello underground un genere che non viene rappresentato minimamente da Green Day e Offsprings (almeno con le ultime produzioni), ma ahimè per ‘Sweet Misery’ non possiamo andare oltre una stiracchiata sufficienza.
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