Attratto principalmente dalla copertina di questo album, rappresentante una biondina in computer graphic (che poi altri non è che l’immagine della cantante di questo gruppo, tale Francesca Chiara), mi sono ritrovato quasi per sbaglio in un album davvero catchy.
Già. Ho detto “catchy”, ti prende, ti rimane in testa, la produzione è quella finta plasticosa che ti fa sembrare una cosa metal quando non lo è per niente, insomma una cosa simile ad Entwine, Lacuna Coil, Evanescence che di metal non hanno proprio nulla, però bastano quella chitarra un po’ distorta, quella batteria meno tunza del solito, ed ecco che esce la fenomenalata della situazione.
E se ce l’hanno fatta i gruppi succitati, perché non dovrebbero farcela i The Love Crave?
Gli ingredienti ci sono tutti: un dark pop rock metal dalle tinte depressive, canzoni a dir poco memorizzabili all’istante, grazie a belle melodie e refrain impeccabili, una voce femminile che senza far urlare al miracolo si adatta molto bene al contesto, ammaliante e sofferente al punto giusto, e, least but not last, la figura di Francesca Chiara che è una figa della madonna e che farebbe la sua porca figura sulle copertine dei magazine metal di mezzo mondo e nei video eventualmente trasmessi da Mtv ed altre emittenti europee e non.
Avrà la misconosciuta RepoRecords la potenza economica per poter lanciare i The Love Crave così come la Century Media ha fatto, rischiando (per poi vincere la scommessa) per i Lacuna Coil?
Ai posteri l’ardua sentenza.
Nel frattempo possiamo goderci appieno questo “The Angel and the Rain”, davvero il classico disco da finestrino aperto in auto, stereo a palla, braccio fuori e piede a tavoletta sull’acceleratore, peccato che esca a fine ottobre col rischio di morire assiderati, però se fosse uscito a giugno come accaduto per i [Soon] sarebbe stato davvero perfetto.
Brani assolutamente trascinanti del lotto?
L’iniziale “Vampires”, la sentenced-iana “Little Suicide” (ci fosse stato Ville a cantare nessuno avrebbe notato la differenza), l’incantevole “Can You Hear Me?” e la cinematografica “Runaway”, davvero quattro potenziali singoli sbanca botteghino, ma in generale non sono presenti pezzi sotto la media e tutto il disco si attesta su ottime medie, compresa la title track, notevolmente elettronica nel proprio incedere e così attraente nelle linee vocali interpretate dalla brava Francesca Chiara.
Che dire? Certo, io stesso sono abbastanza schifato dall’accostare la parola “metal” e tutto quello che dovrebbe comportare (mentalità, attitudine, profondità) a sonorità del genere, ma è indubbio che i The Love Crave abbiano saputo giocare a perfezione sui punti cruciali, conferendo oltretutto un ottimo sound al tutto, presentando un lavoro commercialmente perfetto, scintillante e luccicoso come una vetrina di un negozio a Natale. Ovvero irresistibile.
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